È saltata la tregua accordata tra Israele e Hamas e nella striscia di Gaza sono ripresi i combattimenti già dalla notte scorsa. I raid e i tiri di artiglieria nella notte avevano intanto portato il bilancio delle vittime palestinesi a oltre 400; circa 2.600 i feriti. E l’Onu calcola 80mila sfollati.
L’offensiva di Israele sul sobborgo di Sajaya ha provocato almeno 70 morti tra i palestinesi. Tra loro bambini e donne. Si apprende inoltre che tredici soldati israeliani sono stati uccisi nella Striscia.
Secondo fonti mediche, tra le vittime degli ultimi bombardamenti ci sarebbero anche due bambini, uno dei quali il figlio di Khalil al-Hayya, alto esponente di Hamas. Sul terreno, ha riferito l’agenzia di stampa palestinese Maan, intensi scontri hanno opposto a Beit Lahiya, a nord della Striscia, combattenti delle Brigate al Qassam e truppe israeliane. L’esercito di Tel Aviv starebbe incontrando una certa resistenza nella aree settentrionali e meridionali di Gaza, dove sono entrati blindati e soldati.
Centinaia di palestinesi hanno protestato a Ramallah e a Jenin contro l’operazione israeliana nella Striscia di Gaza. Lo riporta Haaretz secondo cui i manifestanti chiedono ad Abu Mazen di rivolgersi alle Nazioni Unite e alla Corte criminale internazionale per accusare Israele di “crimini di guerra”. Secondo la stessa fonte, i manifestanti hanno chiesto al mondo arabo di intervenire immediatamente.
Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha invocato l’aiuto della Svizzera, per far rispettare le convenzioni internazionali sui diritti umani. In visita al Cairo ha anche chiesto alla Francia di contattare la Turchia e il Qatar che dovrebbero cercare di convincere Hamas ad accettare la tregua con Israele, proposta dall’Egitto. Ma non lasciano ben sperare le ultime dichiarazioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che ha annunciato un’ “espansione significativa” dell’offensiva di terra.
“In questa nuova fase dell’offensiva chiediamo alle due parti di fare la distinzione tra civili e combattenti. Purtroppo nelle ultime ore sono stati colpiti civili e infrastrutture civili. L’aggravarsi della crisi sta causando sempre più danni umani e materiali”: dice alla Misna una portavoce del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), Nadia Dibsy, contattata a Gerusalemme.
“I bisogni umanitari sono enormi. Il settore sanitario nella Striscia di Gaza sta fronteggiando un’emergenza e le ambulanze della Mezzaluna rossa lavorano 24 ore su 24 per trasportare i feriti” dice ancora l’operatrice del Cicr, riferendo del sentimento di “panico e di angoscia di centinaia di palestinesi che ci contattano per ricevere assistenza psicologica”. Un’altra emergenza per Gaza, sotto assedio da più di dieci giorni, riguarda l’acqua. “Alcuni tecnici dei servizi i per l’acqua del comune di Gaza sono stati uccisi mentre cercavano di sistemare un impianto. Sono state danneggiate molte infrastrutture idriche, privando di acqua decine di migliaia di persone” denuncia ancora la Dibsy.