Storie e destini che si intrecciano sul volo MH17: c’è chi doveva essere a bordo, ma è rimasto in aeroporto e chi sarebbe dovuto rimanere a terra, ma per un favore si è ritrovato all’interno del Boeing.
La prima storia è quella dello steward Sanjid Singh, 41 anni, morto nel tragico incidente: un collega gli ha chiesto un cambio all’ultimo minuto e ha detto si, un si che, inconsapevolmente, gli sarebbe costato la vita di li a qualche ora. Un’ulteriore, macabra, coincidenza riguarda la moglie, Angelina Premila, anche lei hostess per la Malaysia Airlines: la donna sarebbe dovuta essere in servizio nel volo MH370, scomparso lo scorso marzo dai cieli sopra l’Oceano Indiano, ma aveva chiesto anch’essa un cambio di turno a una collega, che ha accettato e che si è imbarcata nell’aereo protagonista dell’altra tragedia.
La seconda ha come protagonista un’altra vittima, Nur Shazana Mohd Salleh, 31enne del Penang che lavorava come hostess dell’aereo MH17: il suo sogno era quello di fare l’assistente di volo e girare il mondo. Il macabro dettaglio in questo caso riguarda il padre, il 52enne Mohd Salleh Samsudin: il fratello del suo migliore amico era il capitano Zaharie Ahmad Shah, il pilota del volo MH370 della Malaysia Airlines scomparso.
Il destino, però, ha voluto che sei persone che dovevano essere sul volo della tragedia siano rimaste a terra, salvandosi la vita: Barry Slim, la moglie Izzy e il piccolo figlio dovevano tornare a casa, ma non c’erano più posti liberi sul volo MH17. Hanno saputo della notizia mentre erano in coda per il check-in dell’aereo Kml che hanno preso in sostituzione: “Un pugno allo stomaco, fortissimo, e il battito del cuore a mille”, così Barry ha descritto le emozioni provate quando hanno appreso di quanto accaduto.
Simone La Posta e Juan Novel, novelli sposi australiani, dovevano prendere l’aereo abbattuto, ma hanno deciso di concludere con un giorno di anticipo il proprio viaggio di nozze, salvandosi.
