“Spendete entro il 2015 i fondi per Pompei” | Accelerazione dei lavori per il Grande Progetto

di Redazione

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“Spendete entro il 2015 i fondi per Pompei” | Accelerazione dei lavori per il Grande Progetto

| giovedì 17 Luglio 2014 - 14:29

Il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha fatto il punto della situazione degli scavi a Pompei con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio e il commissario europeo per le politiche regionali Johannes Hahn. “Tutti i fondi assegnati per il Grande Progetto Pompei dovranno essere spesi entro il 2015” ha detto Hahn durante la presentazione del piano di azione per l’accelerazione dei lavori.

Dei 105 milioni di euro stanziati per il Grande Progetto Pompei, ha detto, “solo l’1% è stato utilizzato e un altro 24% è stato destinato a lavori in fase di completamento. Il restante 75% va speso entro la fine del 2015. Ogni tre o quattro mesi — è stato l’annuncio — terremo una riunione congiunta per il monitoraggio sui progressi compiuti, i lavori fatti o in corso e per individuare eventuali strozzature e difficoltà. Il tutto per garantire che i fondi siano utilizzati appieno entro fine 2015”.

Pompei, ha spiegato Hahn, “sarà l’esempio di come si potrà affrontare la problematica della conservazione del patrimonio culturale in maniera più ampia. Sarà volano di sviluppo per tutta la regione con la creazione di posti lavoro per l’intra e l’extramoenia”.

“Sappiamo che ci sono ritardi colpevoli — ha detto Graziano Delrio — ma non vogliamo dare colpe ad altri e ci assumiamo le nostre responsabilità. Su Pompei abbiamo messo in campo tutta la nostra capacità operativa. Pompei è una sfida non solo italiana, ma è una sfida per questa terra meravigliosa che ha dato e dà grandi contributi di civiltà: ha ragione il governatore Caldoro quando dice che non c’è solo Pompei ma tutta un’area. Abbiamo fiducia che il Piano attiri nuove energie e sviluppi nuove collaborazioni. Sappiamo che dobbiamo fare i compiti vecchi e li stiamo facendo: c’è un Paese che vuole vincere questa sfida. I ritardi — ha concluso il sottosegretario — dipendono anche dai meccanismi esistenti, per cui c’è una responsabilità del sistema”.

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