Quasi ottomila emendamenti al ddl sulle Riforme costituzionali attualmente all’esame di Palazzo Madama. Di questi, circa seimila arrivano da Sinistra ecologia e libertà, un altro migliaio dai dissidenti di Fi e Gal. Una classica strategia per portare avanti un duro ostruzionismo. In Aula è in corso la discussione generale e sono previste ancora diciassette ore di dibattito. L’inizio delle votazioni, dunque, rischia di slittare all’inizio della prossima settimana. Un’eventualità che preoccupa il ministro Maria Elena Boschi che ancora spera di far approvare la prima lettura entro le ferie estive del Paramento.
Irto di ostacoli, quindi, il percorso delle Riforme, anche per via delle insidie che arrivano dai dissidenti, pure da quelli del Pd. “Spero che il testo cambi – ha annunciato Vannino Chiti, a capo della fronda di parlamentari Dem contrari alla non elettività dei futuri senatori – perché se le riforme restano queste io non le voterò. Voterò, invece, gli emendamenti miei e altrui, e quindi propri e impropri, purché coincidano nel merito. Che si tratti di proposte Fi, Sel, Lega, M5S o altro: la Costituzione è dei cittadini e prescinde da considerazioni legate alle preferenze politiche”.