Si allarga il fronte del “No” all’elezione di Federica Mogherini, attuale titolare della Farnesina a Roma, per il ruolo chiave di “ministro degli esteri” dell’Ue. Considerata “un buon candidato”, “ha dieci-undici paesi contro”, come riferiscono fonti vicine a Jean Claude Juncker, neo eletto presidente della Commissione europea, determinato a delineare la squadra dei commissari “entro fine luglio, primi di agosto”.
La Lituania ha infatti annunciato la sua opposizione alla candidatura di Mogherini per la poltrona di capo della diplomazia Ue (Pesc), esprimendo preoccupazioni – condivise nell’Europa orientale – sulla politica di Bruxelles nei confronti di Mosca. “Non sosterremo la candidatura del ministro italiano”, ha detto il premier Algirdas Butkevicius alla radio pubblica. La decisione è stata presa con il presidente Dalia Grybauskaite.
Lo schieramento del “No”, guidato dalla Polonia (molto vicina agli Stati Uniti di Barack Obama) è composto dai Paesi baltici, cioè Lituania, Estonia e Lettonia. Tutte repubbliche ex-Urss, quindi. A non piacere, infatti, è stato il recente viaggio del ministro degli Esteri italiano al Cremlino, anche a nome della presidenza italiana della Ue. Il timore è che la volontà di ingraziarsi la Russia (anche per interessi tutti nazionali, come il controllo del gas) porti il probabile ministro Ue a mantenere una posizione troppo morbida nei confronti della Russia.
Il premier italiano Matteo Renzi, che sa di avere un peso nello scacchiere europeo che mai un leader italiano ha avuto, non intende nemmeno discutere l’elezione di Federica Mogherini. Vinte le Europee con percentuali che in altri Paesi non sono state nemmeno lontanamente raggiunte, sa di poter chiedere. Forse pretendere. Dalla sua anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei, Sandro Gozi: se sarà necessario, l’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri “sarà designato a maggioranza”. Il summit di leader a Bruxelles di mercoledì sera servirà anche a discutere di questo.
Proprio la forza di Renzi in Europa potrebbe essere in realtà il vero motivo per cui si cerca di bloccare Federica Mogherini. Il ministro degli Esteri italiano, esattamente come il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, sono considerate “uomini” del premier italiano. Renzi, grazie al suo consenso elettorale, è molto forte sia in Italia sia in Europa. La sua posizione è paragonabile a quella della cancelliera Angela Merkel in Germania e sicuramente più incisiva di quella di François Hollande in Francia.
L’Italia, per la prima volta da decenni, può prendere una posizione e portarla avanti (vedi la richiesta di poter derogare al pareggio di bilancio), trovando la sponda in Paesi finora fuori dalla scena principale (come Spagna, Portogallo, Grecia) e minacciando la triade che ha determinato la politica Ue fino a oggi (Germania, Francia, Gran Bretagna). Non è secondario, tra l’altro, il fatto che l’Italia sia attualmente alla guida del Semestre.
Una guerra di posizione che darà vita a nuovi equilibri, perché l’Italia, sempre bistrattata in Europa, è in realtà un paese di cui l’Ue non può fare a meno, non fosse altro che per quei dati sventolati costantemente dagli euroscettici nazionali (Movimento 5 Stelle in testa) che dimostrano che il nostro paese paga all’Europa molto più di quanto riceva.
Leggi anche: