Antonio Conte allenerà la nazionale italiana di calcio. Ovviamente nessuno è in grado di confermare la notizia ma i rumors sono sempre più forti e ci sono anche ammissioni non ufficiali dall’interno del Palazzo.
La credibilità della candidatura azzurra di Conte è confermata – se ce ne fosse bisogno – da chi sa sempre in anticipo le cose del calcio, vale a dire i bookmakers che “quotano” Conte a 1,50 (cioè molto probabile) e alzano le quote dei diretti concorrenti come Mancini, Guidolin o Spalletti.
Sono comunque i fatti a parlare chiaro e chi segue il calcio da tanti anni sa che certe coincidenza temporali non sono mai casuali. Conte aveva già “litigato” con la Juventus, cercando di imporre il proprio punto di vista ambizioso che prevedeva investimenti di un certo livello per rendere competitiva la Juventus anche sul fronte europeo. Una richiesta che la società non aveva mai accettato perché contraria al suo modo di operare, cioè prima attenzione al bilancio e poi qualche sforzo sul mercato.
Tra Conte e la Juventus, dopo tre scudetti in tre anni, era stata di fatto firmata una tregua. Il contratto di Conte, in scadenza nel 2015, sarebbe stato oggetto di valutazione successiva. La determinazione con cui il tecnico aveva manifestato il proprio malumore subito dopo la conquista del terzo scudetto però aveva convinto i più profondi conoscitori delle cose juventine a non ritenere risolto il problema.
La decisione del tecnico di lasciare la Juve proprio all’avvio del ritiro precampionato è inusuale ma non è clamorosa, se si guarda alla tempistica. Fra meno di un mese il Consiglio della Federcalcio dovrà eleggere il nuovo presidente federale il quale a sua volta sceglierà il nome del nuovo tecnico. Sulla figura di Conte sembra esserci un pieno accordo, al di là di chi possa arrivare al vertice federale.
Lo stesso Andrea Abodi, presidente della lega di serie B, ha parlato a RTL della possibilità di Conte in Nazionale, lasciando intendere che il profilo tecnico e umano di Conte metterebbe tutti d’accordo e che la scelta sarebbe prestigiosa.
Per questo motivo le diplomazie si sono messe al lavoro. Conte e la Juve si sono lasciati in modo tutt’altro che traumatico come confermano le parole soft del presidente Agnelli e la immediata scelta di Allegri come sostituto di Conte (oggi la presentazione ufficiale). Nel linguaggio calcistico tutto porta a dire che la trattativa su più fronti era in corso da tempo ed è stata condotta con inusuale riserbo.
Antonio Conte aveva perso il “treno” per una delle grandi formazioni europee che mesi fa lo avevano contattato: lui aveva detto no, convinto che il suo futuro avrebbe potuto essere felicemente in bianconero. Ma così non è stato e adesso non ci sono panchine di prestigio libere. E così Conte – con la benedizione della società che allontana possibili attriti – ha deciso che dopo tre anni di stress agonistico al massimo livello può andare bene un prestigioso (e meno stressante) incarico da tecnico della Nazionale, con un biennale che lo porti all’Europeo e la possibilità di prolungare per altri due anni. L’accordo economico non dovrebbe rappresentare un problema. La Federcalcio farà un piccolo sforzo e Conte una piccola rinuncia.
Sotto il profilo psicologico, del resto, Conte avrebbe il vantaggio di raccogliere il testimone della Nazionale da Cesare Prandelli dopo un fallimento Mondiale (anzi due, se aggiungiamo il Sud Africa) e avrebbe poco da perdere.
Resta da aspettare ancora qualche settimana ma i giochi sono ormai fatti. A meno di sorprese, quelle sì clamorose.