Ieri l’annuncio dello sciopero generale e oggi con i primi licenziamenti nell’indotto sale la tensione a Gela tra le maestranze che presidiano i blocchi sorti spontaneamente lungo le vie di accesso della raffineria da quando l’Eni ha revocato gli investimenti (700 milioni di euro ndr), annullato i programmi di riqualificazione produttiva e annunciato il fermo definitivo delle linee di raffinazione del greggio, riducendo di fatto lo stabilimento a deposito costiero di carburanti.
Da stamani i dimostranti non consentono il transito a nessuno. Bloccato anche il cambio dei lavoratori turnisti. Nella fabbrica sono rimasti in servizio quelli del turno di notte. Già ieri i sindacati avevano annunciato l’inasprimento della protesta.
La direzione della raffineria si accinge a chiedere al prefetto di Caltanissetta la precettazione del personale addetto al lavoro in turno negli impianti di sicurezza tuttora in marcia, come la centrale termoelettrica, il depuratore biologico, il trattamento acqua e il frazionamento area nonché per i vigili aziendali del servizio antincendio.