Con le accuse di corruzione, istigazione alla corruzione, falso e turbativa d’asta, quattro persone sono state arrestate dalla Squadra mobile di Potenza e si trovano adesso ai domiciliari.
Fra i destinatari delle misure cautelari un funzionario dell’Ufficio Provveditorato e Patrimonio della Presidenza della Giunta della Regione Basilicata ed un geometra dipendente del Comune di Potenza – Unità di Direzione Gestione Patrimonio – Manutenzioni e Servizi Tecnici.
Divieto di dimora nel capoluogo lucano per un funzionario del Comune di Potenza e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per altre due persone. I provvedimenti sono stati decisi nell’ambito del terzo filone dell’inchiesta ‘Vento del Sud’.
Secondo quanto emerso dalle indagini, il funzionario della Regione Basilicata, Dionigi Pastore – da stamani ai domiciliari insieme a tre imprenditori, Leonardo Mecca, Gerardo Priore e Giovanni Sileo – avrebbe gestito il sistema attraverso il quale venivano truccate le gare e venivano assegnati gli appalti a ditte “amiche” in cambio di “benefici e utilità”. In particolare, in tre occasioni Pastore avrebbe ricevuto “mazzette”, per un totale di tremila euro, a Potenza, nella sede della Regione.
Le modalità di partecipazione alle gare della Regione Basilicata avrebbero consentito alle singole imprese indagate (delle province di Potenza e Matera) di non perdere mai l’aggiudicazione. Il meccanismo, secondo le accuse, funzionava così: l’invito veniva rivolto ad un numero di imprese “amiche” in modo da poter “pilotare” le offerte ed assicurarsi che la migliore sarebbe risultata quella proposta dall’impresa che doveva aggiudicarsi i lavori.
Avvisi di conclusione delle indagini anche per altri soggetti fra i quali un Dirigente della Regione ed un ex assessore del Comune di Potenza.