Migliaia di persone stanno abbandonando le loro case nel nord della Striscia di Gaza dopo l’annuncio da parte di Israele di un’offensiva specifica tesa a impedire il lancio di razzi dall’area.
Secondo l’Onu, nelle sue basi a Gaza hanno trovato rifugio 17.000 persone. Ieri, dopo sei giorni di bombardamenti aerei, l’esercito di Israele avrebbe condotto una prima incursione terrestre per distruggere una rampa per razzi utilizzata da militanti palestinesi a nord di Gaza City. Secondo fonti ospedaliere della Striscia, i raid hanno causato finora 172 vittime. L’Onu ha calcolato che di queste il 77% è costituito da civili.
Sono stati 10 i razzi che dalla mezzanotte fra domenica e lunedì sono stati lanciati da Gaza verso Israele: 8 nel sud del paese e due nei Territori Palestinesi. Solo domenica – ha detto il portavoce militare – sono stati più di 130 i proiettili verso Israele: 100 di questi caduti e 22 intercettati dall’Iron Dome. In totale, da inizio delle ostilità più di 800. La notte fra domenica e lunedì – ha aggiunto – l’aviazione ha colpito più di 20 ”siti del terrore nella Striscia”.
Israele, intanto, ha effettuato anche questa mattina raid e tiri di artiglieria sulla striscia di Gaza, al settimo giorno dell’offensiva contro Hamas. I nuovi bombardamenti israeliani hanno colpito in particolare alcune istallazioni delle brigate Ezzedine al-Qassam, il braccio armato di Hamas, senza provocare vittime.
Ieri un appello “a pregare con insistenza per la pace” e a “spezzare la spirale dell’odio e della violenza” in Terra Santa è stato rivolto da Papa Francesco.