Trovate sei fiale di vaiolo in un laboratorio degli Istituti federale della Salute a Bethesda, Stati Uniti. A trovarle mentre svuotava un frigorifero, evidentemente lasciato senza controlli per anni, un dipendente dei laboratori che le ha ritrovate insieme ad altre dieci fiale. Sulle sei fiale di vaiolo era applicata l’etichetta che riportava: “variola”. Questo ad indicare che all’interno delle fiale era contenuta la più pericolosa versione del virus del vaiolo. La squadre speciali della Divisione Tossine e Agenti Patogeni sono intervenute ed hanno trasferito i campioni su un aereo diretto al Centro per le Malattie Infettive di Atlanta, ma non prima che l’Fbi aprisse un’inchiesta in merito.
Questo particolare ritrovamento si presenta come un fatto eccezionale per diversi motivi. Il primo è sicuramente il fatto che esiste un accordo politico tra tutti i Paesi per solamente due laboratori al mondo potevano conservare gli esemplari di questo virus, il primo quello di Atlanta e il Centro di Ricerche Virologiche e Batteriologiche di Novosibirsk in Russia. E nonostante i numerosi controlli e i livelli altissimi di sicurezza sembra che sia ritornata in auge l’ipotesi di distruggere anche gli ultimi campioni di vaiolo ed eliminare un agente patogeno che da millenni ha mietuto milioni e milioni di vittime.
Il timore adesso è che ci possano essere altri campioni sfuggiti ai controlli. Le sei fiale ritrovate erano datate 1950, quindi ad un anno da quando venne debellato il vaiolo negli Stati Uniti. Nel resto del mondo bisognò attendere il 1977 quando venne registrato l’ultimo caso confermato nel 1977 in Somalia. Il problema che per l’Fbi costituisce un grande ostacolo è il fatto che il palazzo dove erano custodite fosse stato costruito negli anni settanta. Nonostante le autorità abbiano assicurato che nessuno è stato esposto al rischio di contagio, sembra probabile, a causa del freddo del frigorifero, che l’agente patogeno sia ancora attivo.
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