“Guarda cosa mi hai fatto fare…”. Sembrava solo un padre che piangeva la morte del figlio sulla sua tomba e invece era una vera e propria confessione. Ad ascoltare tutto i carabinieri di Caltanissetta che avevano posizionato una microspia. L’uomo avrebbe ucciso il figlio per motivi economici e davanti la sua lapide lo accusava di essere la causa di tutto.
Protagonista della singolare vicenda Stefano Di Francesco, 63 anni, arrestato da militari dell’Arma per l’omicidio di suo figlio, l’imprenditore di Riesi, in provincia di Caltanissetta, Piero Di Francesco di 32 anni.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, Stefano Di Francesco, nel corso della lite avvenuta il 9 gennaio 2013, avrebbe colpito il figlio alla testa con un oggetto contundente e poi avrebbe caricato il corpo sull’auto del figlio per dargli fuoco. Il cadavere fu trovato carbonizzato all’interno di una vecchia Mercedes nel piazzale della Tecnoambiente di cui Di Francesco era titolare. Il movente sarebbe da ricercare in alcuni contrasti sulla gestione dell’azienda di famiglia.
Grazie alla microspia gli investigatori hanno raccolto quella che loro ritengono sia una sorta di confessione del padre della vittima che si era recato al cimitero e davanti alla lapide del figlio avrebbe iniziato a parlare come se si rivolgesse al figlio. Il particolare è stato riferito durante una conferenza stampa nella Procura di Caltanissetta sulle indagini che hanno portato all’arresto di Stefano Di Francesco.