La giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera ha votato sì all’arresto del deputato di Forza Italia Giancarlo Galan, inquisito per la vicenda Mose. A favore hanno votato 16 deputati, tre i contrari. L’ultima parola spetta all’aula di Montecitorio, che si pronuncerà il 15 luglio.
La Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dei Deputati aveva respinto, con 14 voti contrari e 4 a favore, la richiesta avanzata da Marco Di Lello (Psi) di rimettere gli atti riguardanti Giancarlo Galan per l’inchiesta Mose per motivare gli atti rispetto alla nuova normativa sugli arresti. Il relatore Mariano Rabbino si è astenuto ed ha scritto “Alla luce delle risultanze istruttorie emerse a seguito dell’approfondito lavoro maturato in questa sede, formulo la proposta di deliberare nel senso di concedere l’autorizzazione richiesta”.
“Purtroppo l’esito del voto di oggi della Giunta per le Autorizzazioni a procedere era stato ampiamente annunciato. Resto fiducioso che i colleghi d’aula abbiano letto la documentazione che ho prodotto e votino secondo coscienza, personale. Io sono innocente”, si è difeso Galana.
Non sembra però essere una sorpresa la decisione positiva della Giunta. Si capiva già dai giorni scorsi che la maggioranza era favorevole all’autorizzazione a procedere. Galan nel frattempo ha ribadito la sua estraneità ai fatti e rilancia il tema della “persecuzione” nei suoi confronti. “Mi si è voluto negare il diritto di interloquire con l’autorità giudiziaria e di difendermi – dice Galan – Si tratta di un fatto concreto che conferma ulteriormente il `fumus persecutionis´ manifestatosi nei miei confronti”.
A votare contro l’arresto dell’ex governatore veneto sono stati Forza Italia, e poi il Nuovo centro destra e il Partito socialista italiano, il presidente della Giunta, Ignazio La Russa, non ha preso parte alla votazione ed ha spiegato: “Qualcuno ha detto che il risultato era scontato, ma non è stato così. C’è stata grande attenzione dei commissari alla materia trattata”.
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