L’eliminazione del Brasile ai Mondiali 2014 ha destato forte preoccupazione per i risvolti sociali dell’evento. La manifestazione sportiva era partita sotto i peggiori auspici, con grosse proteste e qualche scontro alimentato da chi ha trovato ingiusto spendere 11 miliardi di euro per nuove infrastrutture – alcune mai completate – mentre nelle favelas il degrado miete vittime. Con la Seleçao fuori dai giochi, sono partiti i primi segnali di reazione: a San Paolo, subito dopo la partita, sono stati dati alle fiamme ben 20 autobus dell’azienda privata Vip.
Alcuni sconosciuti mascherati hanno incendiato altri tre autobus di linea: l’azienda di trasporti Spt ha dovuto richiedere l’intervento della polizia per poter proseguire il servizio notturno. Ma ad essere presi di mira sono stati anche i negozi, rapinati e saccheggiati: distrutto un punto della catena “Ponto Frio”, nella periferia della città. La polizia di San Paolo ha arrestato due uomini e quattro adolescenti.
Anche a Belo Horizonte si sono verificati diversi episodi di violenza: otto persone sono state arrestate mentre 12 sono rimaste ferite. In manette sei giovani anche a Rio: avevano rapinato alcuni tifosi stranieri che assistevano alla partita nel Fan Fest della Fifa, a Copacabana.
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