I carabinieri del Ros e dei comandi provinciali di Roma e Potenza hanno eseguito un provvedimento di fermo, emesso dalla procura della repubblica di Roma nei confronti di tre indagati, Roberto Macori, Giovanni Plastino e Aniello Barbetta ritenuti responsabili del tentato sequestro, verificatosi il 29 agosto 2012, di Silvio Fanella, il broker ucciso all’interno della propria abitazione romana di via della Camilluccia il 3 luglio scorso.
In particolare Giovanni Plastino, 35 anni, è già detenuto in carcere per un’altra vicenda. Oltre ai provvedimenti di fermo i carabinieri hanno anche svolto perquisizioni nelle abitazioni dei due indagati che erano liberi: a casa di Macori, già ritenuto l’autista di Mokbel, sono stati trovati diversi diamanti.
Il primo è ritenuto vicino all’imprenditore Gennaro Mokbel.
“Nonostante il tentativo di sequestro fosse fallito poiché la vittima viaggiava a bordo di un veicolo diverso da quello previsto – spiega una nota del Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri – le investigazioni del Ros hanno consentito di ricostruire le dinamiche del tentato sequestro e acquisire gravi elementi indiziari a carico dei principali autori del reato. Macori, in particolare, è emerso come il promotore del tentato sequestro e della gestione dei relativi aspetti organizzativi, coadiuvato dalla componente deputata all’esecuzione del delitto, con cui era entrato in contatto durante un periodo di detenzione presso la casa circondariale di Frosinone. Il movente del delitto è riconducibile alla disponibilità di Fanella di ingenti somme di denaro, in parte reclamate da Macori e custodite dalla vittima in qualità di “cassiere” del gruppo Mokbel”.