La Lombardia varerà la sua riforma della Sanità entro la fine dell’anno e il governatore Roberto Maroni precisa che non avrà niente a che fare con il modello Formigoni, con i tanti scandali derivati. Le nuove linee-guida sono scritte nel “Libro bianco”: 90 pagine che però hanno bisogno di rettifiche e aggiustamenti in corso d’opera.
“Il mondo del privato non ci condizionerà”, assicura Maroni. Ma dall’altro lato Forza Italia e Ncd pressavano sulla libertà di mercato e sul ruolo del privato contro il ruolo d’indirizzo e controllo del pubblico. Maroni ha dovuto chiamare un pool di esperti coordinato da Umberto Veronesi per calmare le acque. Adesso la proposta è di coinvolgere i cittadini attraverso un indirizzo email per scoprire lamentele, suggerimenti e osservazioni.
Il testo vuole che la Asl, diventate Agenzie da Azienda, siano un numero ridotto – meno di dieci – in favore degli ospedali, anche quelli più piccolo. Dal Pd però si levano voci di dissenso: c’era chi si aspettava una unificazione dell’assessorato alla famiglia a quello della sanità, cosa che non avverrà.
Maroni dalla sua ha l’annuncio dell’assessore Massimo Garavaglia sull’accordo sulla ripartizione delle risorse tra le Regioni, che terrà conto dei costi standard e che farà in modo che i risparmi vengano reinseriti sul territorio. In questo modo secondo Maroni “ci sono le condizioni per azzerare i ticket”.