Si muore di più nella Terra dei Fuochi e a Taranto che nel resto delle rispettive regioni: ci si ammala e si viene ricoverati più spesso a causa dei tumori. A certificarlo è l’Istituto Superiore di Sanità, che ha appena pubblicato sul proprio l’aggiornamento dello studio epidemiologico Sentieri. A Taranto la mortalità infantile è superiore del 21% rispetto alla media regionale, mentre nella Terra dei Fuochi la mortalità è superiore al resto della Regione del 10% per gli uomini e del 13% delle donne. In Campania l’eccesso di mortalità per l’esposizione a un insieme di inquinanti rispetto al resto della regione è del 10% per gli uomini e del 13% per le donne nei comuni in provincia di Napoli, mentre per quelli in provincia di Caserta del 4 e del 6%.
Nella sintesi dell’Istituto superiore di Sanità si legge: “Il quadro epidemiologico della popolazione residente nei 55 comuni della Terra dei Fuochi è caratterizzato da una serie di eccessi della mortalità e dell’ospedalizzazione per diverse patologie a eziologia multifattoriale, che ammettono fra i loro fattori di rischio accertati o sospetti l’esposizione a un insieme di inquinanti ambientali che possono essere emessi o rilasciati da siti di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi o di combustione incontrollata di rifiuti sia pericolosi, sia solidi urbani”
Situazione critica anche a Taranto. Il report dell’ISS “conferma le criticità del profilo sanitario della popolazione di Taranto emerse in precedenti indagini”. E “le analisi effettuate utilizzando i tre indicatori sanitari sono coerenti nel segnalare eccessi di rischio per le patologie per le quali è verosimile presupporre un contributo eziologico delle contaminazioni ambientali che caratterizzano l’area in esame, come causa o concausa, quali: tumore del polmone, mesotelioma della pleura, malattie dell’apparato respiratorio nel loro complesso, malattie respiratorie acute, malattie respiratorie croniche”. Inoltre, “il quadro di eccessi in entrambi i generi riguarda anche molte altre patologie, rafforzando l’ipotesi di un contributo eziologico ambientale in un’area come quella di taranto ove è predominante la presenza maschile nelle attività lavorative legate al settore industriale”.