Manca poco alla sentenza sull’omicidio di Joele Leotta di cui sono accusati quattro lituani. Il giovane Joele, ventenne di Nibionni, la sera di domenica 20 ottobre è stato picchiato a morte a Maidstone, nel Kent, dove viveva da pochi giorni e lavorava come lavapiatti in un ristorante della zona. Le sentenza è attesa ad ore, infatti i tredici componenti della giuria del tribunale della Corte della corona sono riuniti da venerdì per formulare la sentenza. Intanto i genitori del ragazzo sono già in Inghilterra.
Per arrivare al termine del processo, iniziato ad aprile e proseguito con cadenza quotidiana, sono servite circa dodici settimane e all’incirca trenta udienze. “È stato necessario rispettare alcuni passaggi tecnici, inoltre, data la delicatezza del caso, si è preferito procedere con cautela”, spiega il console generale italiano a Londra Massimo Mazzanti. “Gli imputati hanno agito come un branco di animali – sostiene il procuratore che sostiene l’accusa durante l’arringa finale – hanno spudoratamente mentito per salvarsi la pelle”.
I quattro, Aleksandras Zuravliovas di 26 anni, Tomas Geležinis di 31, Saulius Tamoliunas di 24 e Linas Zidonis di 21, continuano a professarsi innocenti ed hanno sempre sostenuto di non avere aggredito nessuno, ma anzi di essersi difesi dai due italiani e poi si sarebbero incolpati a vicenda “per confondere le acque – continua il procuratore – per gettare fumo negli occhi dei giurati”.