Lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) ha giustiziato otto ribelli in Siria prima di crocifiggerli in pubblico in un villaggio nella provincia di Aleppo. Lo riferisce l’Osservatorio siriano dei diritti dell’uomo. “L’Isil ha giustiziato otto ribelli e poi li ha crocifissi nella piazza principale di Deir Hafer dove i loro corpi dovranno rimanere appesi per tre giorni”, riferisce la Ong che si appoggia a una vasta rete di militanti e fonti mediche.
In Siria, dunque, prosegue senza sosta e tra atroci violenze la rivoluzione. Nelle scorse ore, però, una svolta: è stato destituito il capo di stato-maggiore Abdel Ilah al Bachir e sciolto il Consiglio superiore militare dell’Esercito siriano libero (Esl): lo ha deciso il governo dell’opposizione siriana in esilio, accusando le sue componenti di “corruzione”.
In un comunicato pubblicato su Facebook viene precisato che tutti i membri del Consiglio “saranno rinviati dinanzi al comitato di controllo finanziario e amministrativo del governo nell’ambito dell’inchiesta a loro carico”. Rivolgendosi alle “forze rivoluzionarie” attive sul terreno, l’esecutivo dell’opposizione in esilio chiede la “ristrutturazione entro un mese dello stato-maggiore” e la “costituzione di un nuovo consiglio di difesa militare”.
La decisione è stata resa nota mentre negli Stati Uniti il presidente Barack Obama ha chiesto al Congresso di autorizzare un finanziamento di 500 milioni di dollari per “addestrare ed equipaggiare” l’opposizione moderata siriana.
Nucleo iniziale della ribellione in lotta da più di tre anni contro il regime del presidente Bashar Al Asssar, l’Esercito siriano libero è costituito per lo più da soldati, ufficiali e generali disertori raggiunti da civili che hanno preso le armi. Sul terreno l’Esl ha progressivamente perso influenza e potere di fronte ai jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil), in posizione di forza nell’est della Siria e da poche settimane anche nel confinante Iraq. I ribelli dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) hanno proclamato la costituzione di un califfato nelle aree sotto il loro controllo in Iraq e in Siria.