“I gay pride mi fanno schifo”; “Che schifo Palermo invasa dall’onda del Pride”. Sono questi alcuni dei tweet di Danilo Leonardi, dipendente Rai, che hanno sollevato un vero e proprio polverone mediatico.
Danilo Leonardi è produttore esecutivo di diversi programmi di Rai Tre tra cui “Correva l’anno” più diversi contenuti sui canali educativi della Rai. Mentre diverse città in tutta Italia, e Palermo in modo particolare, venivano invase dall’onda del Pride, su Twitter Leonardi ha espresso un’opinione che non è piaciuta davvero a nessuno.
“Un conduttore della tv pubblica può prendersi certe libertà di insulto?” si chiede uno degli utenti del social network. “Ma la Rai non lo licenzia?” commenta un altro. Frasi che si rincorrono dietro insulti di ogni tipo, indignazione, profondo sconcerto.
Caro @andreavianel se persone come @laudan62 lavorano in rai, vuoldire che come direttore sta fallendo proprio. Schifo
— RIccardo Giovenchi (@fenkji) 30 Giugno 2014
Leonardi allora, rispondendo a un utente prova a dire che le sue non sono parole rivolte contro i gay, ma solo contro la manifestazione, contro il Pride. “Mi deve piacere per forza?” chiede.
Ma poi la situazione gli sfugge di mano. E calcando scrive: “I pedofili fanno tutti schifo. La stragrande maggioranza sono gay”. E l’ira del web non ha tardato a manifestarsi.
Leonardi si trincera dietro il diritto d’opinione ma quello che gli viene contestato è il suo ruolo di funzionario pubblico. E lo stesso fa Arcigay Palermo che chiede scuse formali e il suo licenziamento. “Chi lavora nel campo dell’informazione deve essere neutrale – ha commentato Daniela Tomasino – Se non è in grado di fornire un’informazione corretta deve essere licenziato”.
Il direttore di rete, Andrea Vianello, è intervenuto, usando lo stesso mezzo, distaccandosi dalle parole di Danilo Leonardi.
Quello che @laudan62 scrive qui sono sue opinioni che nulla hanno a che fare con la Rai. Per me inqualificabili, le disapprovo profondamente
— Andrea Vianello (@andreavianel) 30 Giugno 2014
Nel frattempo su Twitter qualche utente ha lanciato l’hashtag #LoLicenzi. E Leonardi non ci sta: “Era evidente direttore (la disapprovazione, ndr)… Piuttosto direttore spero tu disapprovi anche gli insulti e le minacce che da ore io e la mia famiglia subiamo”. E continua a ri-twittare ogni insulto che gli viene rivolto, probabilmente a caccia di comprensione, di appoggio.
Da quello che emerge nel sentire social si percepisce che Leonardi con le sue parole non ha offeso “i gay”. O almeno, non solo loro. Ha offeso i bambini che sono stati al Pride, che hanno ballato e cantato; i genitori che li hanno accompagnati; tutte le persone che ogni giorno lavorano per la difesa dei diritti umani, qualsiasi essi siano; ha offeso la città di Palermo, le associazioni che hanno organizzato una festa colorata e pacifica, e le istituzioni che sono scese per strada a sfilare. E adesso forse sarebbero necessarie scuse. Vanno bene anche solo su Twitter.