Il palo respinge l’ultimo rigore di Jara e regala al Brasile, a tutto il Brasile, una vittoria da infarto che consente il passaggio ai quarti di finale. Un match vietato ai deboli di cuore, con tanto di supplementari e una sequenza di rigori davvero pazzesca. Tanti errori, da una parte e dall’altra, e con Julio Cesar autore di un paio di prodezze che lo rendono l’eroe indiscutibile di questa partita. Il Brasile e i suoi tifosi possono far festa ma devono anche riflettere sul loro futuro, questa non è una grande squadra.
Non è mai bello quando la qualificazione in una gara del Mondiale si decide ai calci di rigore ma il pareggio per 1 a 1 – maturato dopo 120 minuti carichi di tensione – è assolutamente il risultato più giusto per una gara che il Cile ha giocato complessivamente meglio di un Brasile spesso caotico che ha anche sprecato il vantaggio di essere passato in vantaggio abbastanza presto (17′). L’immediato pareggio di Sanchez è frutto della organizzazione di gioco del Cile e della pochezza del Brasile che in questo Mondiale non ha mai convinto.
Il Brasile, con Fernandinho al posto di Paulinho, non ha mai dato l’impressione di essere più forte del Cile. E’ partito meglio, creando la prima occasione al 5′ con un potente tiro di Marcelo di poco a lato, poi reclamando un rigore per presunto fallo ai danni di Hulk (ma anche il Cile si lamenta per un fallo su Vargas). Dopo che Neymar spreca una favorevole occasione per eccesso di preziosismo, il gol arriva davvero su calcio d’angolo: batte Neymar, segna di testa David Luiz.
Quello che dovrebbe essere il gol che spacca la partita diventa soltanto una motivazione in più per portarsi in avanti. La squadra di Sampaoli è fluida, ha personalità a alla mezz’ora sfrutta il regalo della difesa brasiliana che lascia a Sanchez spazio e tempo per tirare in porta.
Il pareggio ferisce il Brasile che si butta avanti rabbiosamente e sfiora il nuovo vantaggio con Neymar, Fred, Dani Alves e ancora Fred. Ma il primo tempo si potrebbe chiudere il “tragedia” se Aranguiz fosse più incisivo al momento della conclusione.
Nel secondo tempo le difficoltà del Brasile diventano più evidenti. E’ il Cile a fare la partita, gestisce palla, gioca meglio. Il Brasile ha troppa premura di tornare in vantaggio e perde la serenità, giocando in modo confuso a centrocampo. Neymar scompare dalla scena, si fa vedere Hulk. Ed è proprio l’incredibile Hulk a segnare un gol difficile ma l’arbitro glielo annulla perché ha visto un tocco di mano in fase di controllo: lo stadio di Belo Horizonte protesta, il tocco non è evidente ma c’è.
E il Brasile si scompone sempre di più. Il Cile sembra poter controllare la gara, addirittura dà l’impressione di poter passare in vantaggio se solo accelerasse un po’. L’occasione della vita capita sui piedi di Diaz ma Julio Cesar salva con prontezza di riflessi.
Solo nell’ultimo quarto d’ora il Brasile riesce a trasformarsi e crea almeno tre palle gol pulite: Jo non arriva in tempo su un tiro cross, Hulk tira fuori, Neymar impatta di testa ma Bravo è … bravo, Hulk centra la porta ma Bravo è ancora attento. Niente da fare, anzi è il Cile che negli ultimi minuti dei tempi regolamentari attacca e sfiora il gol.
Il primo squillo dei supplementari è un calcio di punizione di Neymar, ribattuto. C’è una buona opportunità anche per Jo ma la sua conclusione da dentro l’area è “strozzata”. Hulk, il più pericoloso dei suoi, tenta con una conclusione forte e angolata da fuori area e il portiere cileno si fa trovare ancora pronto. Non è un Brasile regale ma almeno ci prova. Gli ultimi 15′ sembrano pro forma, con le squadre stanche e con la testa ai rigori. Ed invece il veleno è nella coda: all’11’ il “cagliaritano” Pinilla colpisce una clamorosa traversa con una legnata dai sedici metri. Sul ribaltamento di fronte Neymar serve Hulk in area ma l’attaccante viene anticipato.
Si va ai rigori e come sempre è una lotteria. Calcia prima il Brasile. Luiz, GOL; Pinilla PARATO, Willian FUORI, Sanchez PARATO, Marcelo GOL, Aranguiz GOL, Hulk PARATO, Diaz GOL, Neymar GOL, Jara PALO