Georgia, Ucraina e Moldavia hanno firmato oggi, 27 giugno, gli accordi di Libero Scambio e di Cooperazione Politica con l’Unione Europea: “L’accordo rappresenta una prospettiva assolutamente nuova per il mio Paese – ha commentato il nuovo presidente Petro Poroshenko subito dopo l’arrivo nella capitale belga per la cerimonia della firma – Non ci lasceremo sfuggire questa opportunità di modernizzazione. È un giorno storico, il più importante per l’Ucraina fin dall’indipendenza”.
Grigory Karasin, vice ministro degli Esteri russo, minaccia serie conseguenze: nonostante abbia riconosciuto che la sottoscrizione dell’accordo sia “un diritto sovrano spettante a ogni Stato”, ha evocato la necessità di “evitare serie incomprensioni e sospetti in futuro”. Dmitry Peskov, portavoce del presidente Putin, ha avvertito che “Mosca prenderà i provvedimenti del caso” qualora l’intesa euro-ucraina sortisca “effetti negativi per la propria economia”.
Parallelamente alle 10 di questa mattina, ore 9 italiane, è terminata la tregua annunciata venerdì scorso dal presidente Poroshenko: i miliziani separatisti hanno occupato la base militare 3004 della Guardia nazionale ucraina a Donetsk, prendendo prigioniero il comandante del battaglione.
Nella notte sono stati inoltre rilasciati i quattro osservatori dell’organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, che erano stati sequestrati lo scorso 26 maggio dai ribelli separatisti filo-russi a Lugansk, una regione orientale dell’Ucraina: a darne annuncio è stato Alexandre Borodai, primo ministro dell’auto-proclamata Repubblica Popolare di Donetsk. Restano però ancora nelle mani degli insorti gli altri quatro osservatori dell’Ocse dispersi il 29 maggio.