“Al tuo fianco, Marcello”. Miranda Ratti, moglie di Marcello Dell’Utri, ha raccolto i messaggi di molti degli amici e dei collaboratori del marito e ha comprato un’intera pagina pubblicitaria del Corriere della Sera per pubblicarli. Tanti post it gialli con messaggi di stima, affetto e solidarietà per l’ex senatore di Forza Italia, condannato dalla Cassazione a sette anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. Messaggi che lo raggiungeranno dietro le sbarre del carcere di Parma, dove è stato rinchiuso dopo una breve – fuga? – permanenza in Libano, dicono per delle cure mediche.
Tanti i messaggi dei dipendenti di Publitalia che hanno lavorato sotto la guida di Dell’Utri. “Siamo sempre orgogliosi di avere avuto il privilegio di lavorare nella Publitalia diretta da Marcello Dell’Utri e nulla può cambiare il nostro giudizio sul contributo positivo e straordinario che il nostro lavoro con lui ha donato a tutta l’industria e al nostro Paese”, hanno scritto. E dello stesso tenore è il messaggio della segretaria, Ines, che ha lavorato con lui per 30 anni: “Oltre 30 anni di lavoro fianco a fianco aumentano quotidianamente, andiamo avanti”.
E c’è anche chi inventa dei neologismi della lingua italiana per descrivere “la lotta contro un sistema” che per vent’anni ha visto impegnato Marcello Dell’Utri: “Il rammarico sincero è che negli ultimi 20 anni egli ha dovuto profonderle (le energie, n.d.r) pressoché per intero nella difesa di se stesso e all’impari lotta contro un sistema che un coniabile neologismo può tentare di descrivere in sintesi: invodio, una sorta di squallido ma potente tutt’uno tra invidia e odio ad personam rivelatosi devastante”. Firmato Gabriele Buora.
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