Se ai Mondiali ti porti un citofono e non un portiere poi non ti puoi lamentare. E’ quello che succede alla Russia di Fabio Capello (era l’ultimo italiano ancora in corsa) che spreca l’occasione della qualificazione per colpa dell’ennesima papera di Akinfeev che già ne aveva combinata una niente male nella partita inaugurale contro la Corea del Sud. L’Algeria ringrazia, pareggia 1 a 1 e passa il turno, tutto sommato con merito. La Russia alla fine è causa del proprio male, ha qualità ma è rimasta un’incompiuta. E sull’1 a 1, quando c’era ancora mezz’ora per rimediare, sono emersi limiti tecnici, tattici e caratteriali.
La Russia attacca subito. Capello ha catechizzato i suoi e soprattutto ha inserito dall’inizio Kerzhakov, uno degli attaccanti più pericolosi. La squadra è diversa dal solito, molto più aggressiva in attacco. E difatti il gol arriva abbastanza presto, dopo soli 6 minuti grazie a una azione tanto semplice quanto micidiale. In tre tocchi da una metà campo all’altra, palla a sinistra, cross perfetto di Kombarov e stacco imperioso di testa di Kokorin che manda la palla sotto l’incrocio dei pali. La Russia ha anche sfruttato involontariamente l’infortunio di Feghouli che si trovava da alcuni secondi fuori dal campo per un vistoso taglio alla testa.
Il gol forse arriva troppo presto perché la Russia minuto dopo minuto arretra e lascia l’iniziativa all’Algeria che non gioca bene (troppo lenta a centrocampo) ma prende fiducia e in un paio di occasioni ha la possibilità di sfruttare le pcche della difesa russa che non appare impermeabile. Due occasioni, di testa, arrivano da calcio d’angolo.
Nel secondo tempo tema tattico scontato: Algeria in attacco e Russia in contropiede. Al quarto d’ora il pareggio: punizione a sinistra, uscita a vuoto di Akinfeev e colpo di testa di Slimani a porta vuota. Ricambia il tema tattico: Russia all’attacco, con molta rabbia e poca lucidità. Ci prova Kerzhakov con un diagonale e il finale è un assedio. Ma senza un barlume di idea.
Nell’altra partita, con il Belgio già qualificato, la Corea del Sud avrebbe dovuto giocarsi diversamente le poche chances di qualificazione. Nel primo tempo fa poco e deve dire grazie a Mertens, quello del Napoli, che si divora un gol con un tiro di piatto che termina alto. Quando la Corea arriva al tiro è il portiere belga Courtois (davvero bravo) a respingere la conclusione di Son Heung Min. L’espulsione (giusta) di Defour alla fine del primo tempo altera gli equilibri.
Ma la Corea non è uno squadrone, colpisce la traversa con un tiro-cross di Son ma al 32′ subisce il gol di Vertonghen e a quel punto cala il sipario. Poco importa che Chung Yong Lee sbagli un gol fatto, la qualificazione è sfumata
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Cakir altro che Moreno.