“Non si può amare Dio senza amare i fratelli, non si può amare Dio fuori della Chiesa; non si puo essere in comunione con Dio senza esserlo nella Chiesa e non possiamo essere buoni cristiani se non insieme a tutti coloro che cercano di seguire il Signore Gesù, come un unico popolo, un unico corpo. E questo è la Chiesa”. Papa Francesco così parla nel corso della catechesi durante l’ultima udienza generale del mercoledì prima della pausa estiva in piazza San Pietro davanti a circa trentamila fedeli.
Il Pontefice ha parlato di comunione ecclesiale ed ha definito come “tentazioni pericolose e dannose” e “dicotomie assurde” alcune posizioni di coloro che ritengono di “poter avere un rapporto personale, diretto e immediato con Gesù Cristo al di fuori della comunione e della mediazione della Chiesa”.Riconosce il Papa “che camminare insieme è impegnativo, e a volte può risultare faticoso: può succedere che qualche fratello o qualche sorella ci faccia problema, o ci dia scandalo – continua Francesco – Ma il Signore ha affidato il suo messaggio di salvezza a delle persone umane, a tutti noi, a dei testimoni; ed è nei nostri fratelli e nelle nostre sorelle, con i loro doni e i loro limiti, che ci viene incontro e si fa riconoscere. E questo significa appartenere alla Chiesa”.
Quella di oggi è stata l’ultima udienza pubblica del mercoledì prima della pausa per il mese di luglio. Il Pontefice ha colto l’occasione per sottolineare la centralità nella vita dei fedeli della comunione ecclesiale. “Una comunità che precede – spiega – quella di oggi e che deve la sua fede a tanti testimoni che ci hanno preceduto ed ai quali dobbiamo dire il nostro grazie”.
“Nessuno diventa cristiano da sé! È chiaro questo? – ha detto il Pontefice – Nessuno diventa cristiano da sé. Non si fanno cristiani in laboratorio. Il cristiano è parte di un popolo che viene da lontano. Il cristiano appartiene a un popolo che si chiama Chiesa e questa Chiesa lo fa cristiano il giorno del Battesimo, si capisce, e poi nel percorso della catechesi e tante cose. Ma nessuno, nessuno, diventa cristiano da sé”. “Se noi crediamo, se sappiamo pregare, se conosciamo il Signore e possiamo ascoltare la sua Parola, se lo sentiamo vicino e lo riconosciamo – ricorda -nei fratelli, è perché altri, prima di noi hanno vissuto la fede e poi ce l’hanno trasmessa, la fede l’abbiamo ricevuta dai nostri padri, dai nostri antenati e loro ce l’hanno insegnata”.