La Direzione nazionale di Sel ha respinto le dimissioni del presidente Nichi Vendola approvando la sua relazione conclusiva dopo una riunione durata circa quattro ore. Dopo la spaccatura nel partito e alcune dimissioni eccellenti, come quella di Gennaro Migliore e Claudio Fava, tutta la dirigenza de partito si era presentata all’appuntamento di oggi pomeriggio da dimissionaria.
“Discuteremo liberamente anche dei ruoli, a cominciare dal mio. Nessuno di noi – ha detto il leader Vendola – ha un collante che lo leghi ai propri incarichi, se avessimo interessi personali avremmo fatto altre scelte, nella vita e anche in questa congiuntura, avremmo fatto scelte un po’ più comode”.
Poi, ha attaccato il Partito democratico, colpevole, a suo dire, di provare ad attirare al proprio interno i fuoriusciti di Sel, ma anche alcuni indecisi ancora dentro. “Qualcuno dal Pd sta provando a fare una campagna acquisti ed è meglio che la smetta subito – ha attaccato il presidente della Regione Puglia. – Simili atteggiamenti introducono del veleno nei rapporti tra i partiti politici”.
>FRATOIANNI SOSTITUISCE MIGLIORE ALLA GUIDA DEL GRUPPO ALLA CAMERA
Un atteggiamento che Vendola non può accettare, soprattutto dopo che i venti di scissione si sono trasformati in tempesta per il voto con il governo Renzi al Dl Irpef, che introduce la misura degli 80 euro in busta paga per più di dieci milioni di italiani.
E gli addii in Sel continuano. “Caro Nichi, ti comunichiamo, non senza tristezza, la decisione di lasciare Sel e il suo gruppo alla Camera, per riappropriarci della libertà del dubbio, della valutazione critica”, hanno scritto in una lettera a Nichi Vendola i deputati Alessandro Zan, Fabio Lavagno e Nazareno Pilozzi formalizzano le loro dimissioni dal partito.