Nuovi particolari emergono nell’ambito della vasta operazione denominata “Apocalisse” con la quale è stato inferto un duro colpo ai mandamenti mafiosi palermitani di “Resuttana” e “San Lorenzo – Tommaso Natale”. Le forze dell’ordine hanno fatto luce su numerosi episodi criminosi, tra cui un’estorsione subita dal titolare della ditta Tecnoscavi.
Gli investigatori hanno focalizzato l’attenzione sui reggenti delle famiglie nominati da Girolamo Biondino ; l’uomo che ha riorganizzato il mandamento mafioso di Tommaso Natale – San Lorenzo, designando lui stesso i nuovi reggenti delle famiglie mafiose e i responsabili di alcuni quartieri nelle zone soggette al suo controllo. Tra questi, Tommaso Contino, reggente della famiglia mafiosa di Partanna Mondello, uno dei pochi sodali che “senza filtri” si rapportava direttamente a Girolamo Biondino, ritenuto responsabile, insieme a Salvatore D’Urso e Antonino Spina, dell’estorsione commessa ai danni della ditta Tecnoscavi, incaricata dello svolgimento di alcuni lavori dall’imprenditore Sanfratello nell’ambito del piano di costruzione di 13 sale cinematografiche presso l’ex-stabilimento “Coca-Cola”.
La rilevanza dell’opera, riferiscono le forze dell’ordine, ha attirato ben presto gli interessi e gli appetiti della consorteria mafiosa di Partanna Mondello, “nella prospettiva di conseguire ingenti e agevoli guadagni illeciti”, si legge in un comunicato della polizia, che ha “inviato i suoi emissari, Giuseppe Giorlando e Carmelo Farnese, al fine di avviare i primi contatti per la successiva “messa a posto”: i responsabili delle imprese esecutrici dei lavori contatti nel cantiere hanno mostrato però un atteggiamento di chiusura”.
Il clan, dinanzi al rifiuto, riferiscono gli investigatori, ha deciso di passare ai metodi più forti ovvero di piegarne le resistenze con il danneggiamento di alcuni mezzi meccanici appartenenti alla ditta Tecnoscavi. La fase esecutiva del danneggiamento è stata registrata, non solo dalle telecamere di videosorveglianza dei cantieri edili, ma anche dai poliziotti che hanno seguito minuziosamente ogni movimento dei malviventi, dai sopralluoghi al danneggiamento vero e proprio.
Secondo quanto emerso dalle indagini il pomeriggio del 6 dicembre, Contino e D’Urso, dopo aver effettuato un primo sopralluogo presso il cantiere in via Spinasanta e aver discusso circa l’opportunità di utilizzare dei guanti, delle calze di seta (“ma la calza di seta non è meglio”) e degli scalda collo per non lasciare impronte e per sfuggire alle telecamere del sistema di videosorveglianza, hanno raggiunto il loro complice. I tre, insieme, dopo un secondo sopralluogo, indossati dei cappellini (per sfuggire alle telecamere di cui avevano accertato la presenza nel precedente sopralluogo) hanno parcheggiato la loro autovettura e raggiunto il cantiere a piedi, scavalcando un cancello. Venti minuti dopo, i complici sono tornati indietro, soddisfatti del lavoro compiuto, vantandosi dei danni arrecati ai mezzi, dicendo di aver “fatto quelli grossi tutti di davanti e quelli piccoli dietro”.