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L’Italia (ore 18) davanti a un bivio Mondiale | Prandelli parla di Patria e sbaglia bersaglio

Siamo al dunque. Solo una, tra Italia e Uruguay, passerà agli ottavi di finale e all’Italia basterà pareggiare perché nella differenza reti ha un gol in più che pesa tantissimo. Le notizie da sapere sono tutte qui.

Il resto è tutta chiacchiera della vigilia. A cominciare dalla formazione sulla quale ci saranno almeno 30 milioni di opinioni diverse. Ma prima di addentrarmi nel cuore dello sport nazionale – la chiacchiera da bar dello sport – vorrei togliermi subito dalla scarpa un sassolino. Riguarda la dichiarazione di Prandelli che  in conferenza stampa ha detto che  conterà arrivare “primi sulla palla e dare tutto: gli uruguaiani lo faranno, hanno più orgoglio di patria”.

Mi sembra il modo peggiore di partire. Che c’entra la patria con una partita di calcio? E se anche fosse vera, la tesi di Prandelli sarebbe una dichiarazione gravissima nei confronti dei componenti della squadra: cosa sono, mercenari? Io credo di avere un grande senso della Patria (con la P maiuscola), mi commuovo sempre quando sento l’inno nazionale prima della partita cantato a squarciagola dai tifosi: eppure, se andassi in campo non riuscirei a segnare un gol. In una partita di calcio contano il talento e le motivazioni.

Da questa “fuffa” della vigilia apprendo che l’Uruguay, piccolo paese con tre milioni di abitanti, ha uno spiccato orgoglio patriottico ma in questo momento mi interessa poco.

Preferisco pensare alla partita più che alla patria (è quasi un anagramma) e non mi convinco del tutto sulla formazione. Parto dal presupposto che non considero il “materiale umano” di primo livello, questa Nazionale non è fortissima ma le dinamiche di un Mondiale sono abbastanza strane.

Prandelli, tecnico che stimo, cambierà abbastanza, cosa che di solito non rappresenta un bel segnale. Difesa a tre, Darmian (che torna a destra) e il recuperato De Sciglio sulle fasce, rientra Verratti a centrocampo con Pirlo e Marchisio. In attacco ancora Balotelli ma questa volta con Immobile a fianco. Una coppia inedita che lascia perplessi.

Già alla vigilia del Mondiale, non essendo un estimatore di Balotelli, avevo avanzato l’ipotesi di provare (magari rischiare) la coppia Immobile-Insigne, due giocatori che si integrano meglio e che hanno il vantaggio di conoscersi bene dai tempi di Pescara dove diventarono una coppia gol straordinaria. E invece restiamo appesi al talento (indiscutibile) e all’umore (variabile) di Balotelli: con l’Inghilterra tutto sommato era andata bene, con la Costa Rica proprio no.

Non sarà però tutto merito o demerito di Balotelli. L’Italia deve ritrovare una condizione fisica accettabile, con la Costa Rica non stava in piedi, oggi si gioca alla stessa assurda ora mattutina (le 18 in Italia) e non so che contromisure abbia preso lo staff della Nazionale.

L’Uruguay, più che orgoglio patriottico, in questo momento ha più morale perché è tornata in corsa dopo una settimana di critiche, ha ritrovato Suarez che è giocatore di prima fascia e ha una squadra quadrata che conosce bene sia il calcio agonistico che quello tattico.

A noi basterà pareggiare, che non è un vantaggio da poco, ma non possiamo cullarci sugli allori. Sarà battaglia e vogliamo vincerla.

FORMAZIONE ITALIA: Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Darmian, Verratti, Pirlo, Marchisio, De Sciglio; Balotelli, Immobile.

FORMAZIONE URUGUAY: Muslera; Pereira, Gimenez, Godin, Caceres; Gonzalez, Rios, Lodeiro, Rodriguez; Cavani, Suarez. 

Guido Monastra

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Guido Monastra