“Non bisogna andare in Europa con la solita macchietta per cui l’Italia deve alzare la voce, alziamo l’asticella delle ambizioni anziché la voce”. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha illustrato alla Camera dei deputati il programma dell’Italia per il semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, in vista del prossimo vertice UE, previsto per il 26 e 27 giugno a Bruxelles, in Belgio. “All’appuntamento europeo di giovedì e venerdì – ha detto il premier – l’Italia porterà la propria voce con grande determinazione e convinzione”.
Renzi ha spiegato ai deputati di Montecitorio, e nel pomeriggio sarà in Senato, che cosa vuole fare il suo governo nei sei mesi in cui avrà la guida dell’Europa; la massima a cui si ispira è: “Cambiare l’Italia per cambiare l’Europa”. “L’Europa è ciò che noi saremo in grado di costruire”, ha aggiunto, Renzi, che ha parlato tra i ministri della Difesa e degli Esteri, Roberta Pinotti e Federica Mogherini. Il gruppo più presente è quello del Pd. Pochi i deputati di Fi e Ncd, ma abbastanza vuoti sono anche i banchi di M5S.
“Non basta avere una moneta in comune, un presidente in comune, una fonte di finanziamento in comune: o accettiamo destino e valori in comune o perdiamo il ruolo dell’Europa davanti a se stessa”, ha detto Renzi. E il riferimento è anche, e soprattutto, alle politiche sull’immigrazione. Il premier italiano ha ribadito che non può più “accettare che l’Italia venga lasciata sola nella gestione dei confini dell’Europa. Non ci basta più la passerella sull’isola (di Lampedusa, n.d.r.). Un’Europa che spiega al pescatore calabrese che non può pescare il tonno con una determinata tecnica ma poi quando ci sono i cadaveri si volta dall’altra parte, non è degna di chiamarsi Europa di civiltà”.
Il governo italiano ha preparato un documento, in risposta a quello del presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy, in cui elenca le proposte principali per la guida dell’Unione europea. In primo luogo, un rafforzamento dell’unione monetaria con un ruolo più incisivo della Banca centrale europea. Renzi ha trovato una sponda anche nella cancelliera tedesca Angela Merkel, che ieri ha abbandonato la via dell’austerità a tutti i costi e ha annunciato la sua disponibilità a prendere in considerazione eventuali deroghe al patto di stabilità.