Netta condanna del Papa alla tortura | Il Pontefice: “Un peccato mortale molto grave”

di Redazione

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Netta condanna del Papa alla tortura | Il Pontefice: “Un peccato mortale molto grave”

| domenica 22 Giugno 2014 - 13:03

Papa Francesco oggi durante l’Angelus ha confermato, ancora una volta, la netta condanna “ad ogni forma di tortura”. Durante la Giornata della Nazioni Unite per le vittime della tortura Francesco rivolge un appello: “In questa circostanza invito i cristiani – ha detto il Papa – ad impegnarsi per collaborare all’abolizione di ogni forma di tortura e sostenere le vittime e i loro familiari”.

“La carità di Cristo, accolta con cuore aperto, ci cambia, ci trasforma – aggiunge Papa Francesco – diventiamo capaci di amare anche chi non ci ama, di opporci al male con il bene, di perdonare, di condividere, di accogliere”. All’indomani della messa a Cassano Jonio e l’esplicita scomunica a tutti i mafiosi “adoratori del male”, il Pontefice torna sui temi della Comunione “che ci rende capaci di amare non secondo la misura umana, sempre limitata, ma secondo la misura di Dio, cioè senza misura: la misura dell’amore di Dio è amare senza misura, non si può misurare l’amore di Dio. Amare cioè anche chi non ci ama. La nostra vita si fa dono. Questo è imitare Gesù”.

“Ogni volta che partecipiamo alla Santa Messa – spiega il Papa – e ci nutriamo del Corpo di Cristo la presenza di Gesù e dello Spirito Santo in noi agisce, plasma il nostro cuore, ci comunica atteggiamenti interiori che si traducono in comportamenti secondo il Vangelo: anzitutto la docilità alla Parola di Dio, poi la fraternità tra di noi, il coraggio della testimonianza cristiana, la fantasia della carità, la capacita’ di dare speranza agli sfiduciati, di accogliere gli esclusi”. Secondo Papa Francesco: “in questo modo l’Eucaristia fa maturare uno stile di vita cristiano”.

“La Comunità ecclesiale si raccoglie attorno all’Eucaristia per adorare il tesoro più prezioso che Gesù le ha lasciato”. Infatti, ha ricordato il Papa che Gesù “non è venuto in questo mondo per dare qualcosa, ma per dare sé stesso, la sua vita, come nutrimento per quanti hanno fede in Lui. Questa comunione con il Signore impegna noi, suoi discepoli, ad imitarlo, facendo della nostra esistenza un pane spezzato per gli altri, come il Maestro ha spezzato il pane che e’ la sua carne – conclude Francesco – Grazie a Gesù e al suo Spirito –  anche la nostra vita diventa ‘pane spezzato’ per i nostri fratelli. E vivendo così scopriamo la vera gioia di farsi dono, per ricambiare il grande dono che noi per primi abbiamo ricevuto, senza nostro merito”.

 

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