I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, in Piemonte, sono Patrimonio mondiale dell’umanità: il sì definitivo alla candidatura è arrivato dal comitato dell’Unesco riunito a Doha, nel Qatar. Il sito riconosciuto dall’Unesco è di tipo seriale, ovvero costituito da sei aree articolate all’interno dei confini delle Province di Alessandria, Asti e Cuneo e di 29 Comuni per un’estensione complessiva pari a 10.789 ettari.
Per Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, “questo è un punto di partenza e non di arrivo”. L’Unesco ha riconosciuto il valore storico, naturalistico e culturale di una terra che “per le grandi qualità estetiche incarna l’archetipo di paesaggio vitivinicolo europeo”.
È il riconoscimento di un cammino partito dieci anni fa quando si decise la candidatura e che arriva in un momento decisivo per la viticoltura italiana e piemontese con l’export che dopo anni in cui a malapena “ha tenuto” tenta il rilancio coi primi barlumi di ripresa.
Tra gli altri è diventata patrimonio dell’umanità dell’Unesco la Grotta di Chauvet, uno dei più importanti siti preistorici nel sud della Francia, la cittadella di Ebril, cuore del Kurdistan iracheno, e il Cammino degli Incas, capolavoro di ingegneria preispanica che attraversa l’America del Sud da nord a sud toccando anche i 5.000 metri d’altitudine e sei Paesi: Perù, Cile, Colombia, Ecuador, Argentina e Bolivia.
(Foto di Anna Wood)