La procura di Napoli deciderà il prossimo lunedì se avviare un procedimento per il reato di oltraggio a magistrato in udienza contro Berlusconi per le frasi pronunciate ieri al termine della sua testimonianza al processo Lavitola: il procuratore Giovanni Colangelo e i pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock esamineranno il verbale dell’udienza e valuteranno l’ipotesi della trasmissione di quest’ultimo al Tribunale di Sorveglianza di Milano.
Nel frattempo, è cominciato a Milano il processo in Appello sul caso Ruby, nel quale l’ex Cavaliere è imputato per concussione e prostituzione minorile. Secondo il calendario della corte, la sentenza sarà emessa il 18 luglio: il procuratore generale parlerà l’11 luglio, mentre la parola alla difesa passeà il 15 e il 16.
“La verità è che Berlusconi mi ha rispettato più di tutti gli uomini che ho incontrato nella mia vita precedente nei locali e nelle discoteche – ha detto Karima El Mahroug, alias ‘Ruby’, intervistata dal Giornale alla vigilia del processo in Appello a Milano. – Gli hanno dato sette anni per nulla. Vengo massacrata in continuazione. So che il vero bersaglio non sono io ma è Berlusconi. Mi domando: quanto deve durare questo massacro?”.
“Avevo diciassette anni – spiega – ero totalmente allo sbando, e in quelle telefonate mi attaccavo ad amiche che poi amiche non erano, e mi inventavo cazzate per darmi arie. Errori di gioventù che non credo di dover pagare in eterno. Il problema vero è quello che è successo dopo, quando sono arrivati i pm a interrogarmi, e ho capito subito che di me non gli interessava assolutamente niente, volevano solo e a tutti i costi questo signor Berlusconi, e io gli ho dato quello che volevano. Sono stata anche pittoresca, certo. Faccio mea culpa, va bene? Ma da qui a prendere per oro colato le parole di una ragazzina di diciassette anni scappata di casa ce ne corre”.
“Sono sotto inchiesta? Bene. Io sono tranquilla, perché se Berlusconi mi avesse dato i cinque milioni di cui parlavo nelle intercettazioni, non sarei ridotta adesso a chiedere ai miei suoceri i soldi per fare la spesa. Invece quando cerco lavoro, anche come commessa, trovo solo porte chiuse perché la gente pensa ‘ma come, questa ha cinque milioni di euro e vuole lavorare, chissà cosa c’è sotto’. Adesso forse ho trovato un posto in un ristorante a Milano. Se va male anche lì, andrò dalla Boccassini a chiederle di prendermi come donna delle pulizie”.