Una vasta operazione antimafia, denominata in codice ‘Fiume’, è stata condotta a Palermo. Più di cento uomini sono stati impiegati per eseguire 17 ordinanze di custodia cautelare con le accuse di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti ed estorsione.
Tra gli arrestati figura anche Guido Spina, indicato dagli investigatori come il capomafia dello Zen. L’operazione mira a disarticolare le cosche che operano nello storico mandamento di San Lorenzo e Tommaso Natale.
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Numerosi arrestati gravitano nel quartiere Zen, alla periferia occidentale della città. In particolare Guido Spina, 49 anni, ritenuto il responsabile della famiglia mafiosa, è accusato di avere tirato le fila di un vasto traffico di stupefacenti nel quartiere e di avere ordinato numerose estorsioni sia nei confronti di esercizi commerciali sia ai danni degli abitanti dei cosiddetti padiglioni dello Zen.
Avrebbe gestito anche la “cassa” della famiglia mafiosa, provvedendo al mantenimento in carcere degli affiliati detenuti. La villa di Spina, sempre allo Zen, sarebbe stata una vera e propria roccaforte, dotata di sofisticati sistemi di sicurezza e trasformata in una sorta di ‘supermercato’ della droga all’ ingrosso e dettaglio. Una vera e propria catena di montaggio, sostengono gli inquirenti, in cui veniva impiegato tutto il nucleo familiare.
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Gli arrestati nell’operazione condotta dalla Dia a Palermo sono Guido Spina, 49 anni; Nicolò Cusimano, 34 anni; Antonino Di Maio, 61 anni; Alba Li Calsi, 47 anni; Antonino Spina, 23 anni; Angela Spina, 29 anni; Maria Valenti, 39 anni; Francesco Firenze, 37 anni; Vito Compierchio, 53 anni; Massimiliano Fanara, 40 anni; Maurizio Di Stefano, 36 anni; Paolo Meli, 54 anni.
In carcere il provvedimento è stato notificato a Vincenzo Cosenza, 43 anni; Pietro Vitale, 32 anni; Salvatore Vitale 57 anni; Letterio Maranzano, 28 anni; Giuseppe Leto, 44 anni.
“Lo spaccio avviene a livello familiare. Tutti si occupano delle varie fasi: dall’approvvigionamento al confezionamento alla ricerca. Ancora oggi intere famiglie vivono di droga, nonostante le operazioni di polizia e i sequestri”. L’ha detto il procuratore aggiunto di Palermo, Teresa Principato, commentando in conferenza stampa gli arresti di stamane nel quartiere Zen. “L’organizzazione – ha aggiunto – è così ben strutturata che riesce a sopravvivere nonostante i colpi inferti e la collaborazione di Sebastiano Arnone, Salvatore e Domenico Giordano”, due fratelli pentiti, il primo di questi è cognato di Arnone, altro collaboratore.
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“Guido Spina è un trapiantato di fegato. Per questo motivo riusciva quasi sempre a sfuggire al carcere. Adesso auspichiamo che un perizia medica univoca riesca a fare stare in cella Spina, perché vederlo in giro per lo Zen fa male a chi ha fatto delicate indagini; anche perché Spina, quando era a casa, stava benissimo”. L’ha detto Vittorio Teresi, procuratore aggiunto di Palermo, che ha preso parte alla conferenza stampa sugli arresti di stamane.