Il filone principale del processo per la maxifrode all’acciaio da 130 milioni di euro che vede imputato principale Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo, Vito, ripartirà da Reggio Emilia. Il gup di Ferrara Monica Bighetti ha infatti deciso il trasferimento del troncone principale del processo nella città emiliana per competenza territoriale, poiché lì aveva sede la società Errelle, ritenuta il fulcro della associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, contestata ad una ventina di imputati con Ciancimino. Lo scrivono i quotidiani locali.
Lo stesso Ciancimino, all’udienza di ieri, ha rilasciato dichiarazioni spontanee ai giudici in aula, ma il suo intervento è stato ampiamente ridotto dal giudice, appunto per la sua decisione di trasferire tutto a Reggio. Un processo non fortunato quello legato a Ciancimino e altri 33 imputati. Iniziato nel lontano 2008, da San Marino poi è rimbalzato a Ferrara, quindi trasferito a Bologna alla procura antimafia per la contestazione del 416 bis (associazione di stampo mafioso). Ipotesi poi caduta, quindi l’inchiesta fu ritrasfertita a Ferrara. E ora a Reggio Emilia.
Durante l’udienza preliminare a Ferrara, già 14 dei 34 imputati erano già stati stralciati, per competenza e distribuiti nelle procure di Reggio Emilia, Modena, Verona e Pesaro dove avevano sede le aziende coinvolte nelle triangolazioni truffaldine contestate da procura e finanza di Ferrara.
A Reggio Emilia, tra i tanti, saranno processati gli imputati più importanti, ritenuti – dagli inquirenti di Ferrara, Procura e Finanza – ai vertici o artefici dei trucchi finalizzati alla frode fiscale con compravendita di acciaio e triangolazione tra San Marino, Ferrara, Reggio Emilia, Panama e l’Egitto.
Oltre Ciancimino andranno a Reggio le posizioni degli imputati Gianluca Apolloni, Mario Carlomagno, Ermanno Faini, Ennio Ferracane, Giulio Galletto, Patrizia Gianferrari (già sotto processo a Reggio per bancarotta) Valter Lotto, Massimiliano e Mario Paletta, Elena Pozzati, Sauro Ravani, Paolo Signifredi e lo stesso Luigi Matteo Padoan (diventato uno dei principali accusatori, le cui dichiarazioni erano state congelate in incidente probatorio) che attendeva la definizione della propria posizione con una condanna ad 1 anno e 6 mesi in abbreviato.
Invece, tutto è saltato e tutto si deve rifare a Reggio Emilia. Sono rimaste a Ferrara alcune posizioni minori: Alberto Donini ha incassato al condanna di 10 mesi, mentre Tonino Paletta e Giancarlo Rinaldi sono stati rinviati a giudizio al processo fissato per questo autunno.