Mentre sull’App Store spunta l’app Coin Pocket, i Bitcoin rischiano una paralisi universale: l’applicazione in questione non è altro che un “wallet” per la propria moneta virutale, scaricabile gratuitamente, e permette la conversione in dollari statunitensi. La peculiarità sta nel fatto che è la prima nel suo genere nello store di Apple, grazie soprattutto alle recenti modifiche apportate al regolamento dei contenuti digitali.
Ma se da un lato sembra che la moneta virtuale riceva sempre più consensi, dall’altro sembra quasi avvicinarsi alla fine dei suoi giorni: per la prima volta in 5 anni infatti, secondo i ricercatori della Cornell University, un gruppo anonimo chiamato GHash ha detenuto per periodi lunghi anche 12 ore consecutive il 51% dei Bitcoin sul web. Se ciò dovesse persistere, sarebbe la fine della struttura decentrata del network della valuta virutale.
L’avere più della metà della potenza di calcolo implicherebbe conseguenze gravissime, come avere la possibilità di spendere due volte la stessa moneta (double spending) e bloccare le transazioni volontariamente. Fortunatamente non è ancora stato raggiunto nuovamente il 51% della potenza, ma ciò non preclude che il gruppo, che si definisce “#1 Crypto & Bitcoin Mining Pool”, possa riprovarci e mettere una croce sulla moneta virtuale una volta per tutte.