“La riforma di Matteo Renzi sulla Pubblica Amministrazione? In Sicilia esiste già da due anni una norma ancora più rivoluzionaria. Solo che è rimasta volutamente nel cassetto”.
La polemica è sollevata dal professore Gaetano Armao, noto cassazionista palermitano, che ha ricoperto il ruolo di assessore regionale nel Governo Lombardo e che adesso – nella sua veste di presidente dell’associazione SiciliaOpenGov – ha scritto un esposto in cui in estrema sintesi chiede “il tempestivo intervento sostitutivo sul Governo regionale inadempiente mediante attività ispettiva”, contestando all’attuale presidente della Regione Rosario Crocetta di perpetuare “distorsioni che si era inteso cancellare ed ingenerando costi impropri e disfunzioni in danno di cittadini ed imprese”.
La lettera è inviata al presidente del Consiglio, ai ministri della regioni e della Funzione Pubblica, al presidente della Autorità nazionale anticorruzione, al Commissario dello Stato e alle sezioni riunite della Corte dei Conti della Sicilia. L’accusa è la omessa applicazione della normativa sulla riorganizzazione dell’amministrazione regionale e la distribuzione territoriale delle risorse umane nella Regione siciliana, regolata dalla legge 26 del 2012. Una rivendicazione del buon lavoro legislativo svolto dalla Sicilia che, in sostanza, ha anticipato i tempi della riforma.
Questo il testo della lettera – esposto.
“La Regione siciliana conta oltre 16.000 dipendenti, due terzi dei quali distribuiti in modo spesso irrazionale tra le diverse province dell’Isola. Tale evidente disfunzione, più volte stigmatizzata dalla Corte dei conti – Sezione regionale per la Sicilia in sede di parificazione del bilancio, determina gravi effetti sulla funzionalità delle strutture centrali dell’amministrazione che sovente risultano carenti delle risorse umane essenziali per la celere definizione di procedure autorizzative e concessorie, erogazione di servizi ai cittadini, e di benefici finanziari in favore di famiglie ed imprese. Casi esemplari, a questo riguardo, si rinvengono nell’Assessorato per l’energia ed in quello per il Territorio e l’Ambiente.
Ciò determina non solo ritardi ed inerzie che disincentivano gli investimenti ed aggravano il disagio della già provata economia siciliana, ma sopratutto il dispendio di risorse finanziarie per il ricorso a professionalità esterne ed a rapporti di precariato.
Con l’art. 11, terzo comma, della legge regionale n. 26 del 2012 (ultima legge finanziaria approvata dall’Ars nella scorsa legislatura), su proposta del Governo, e’ stata introdotta una norma – e ben due anni prima di quella adesso all’esame dell’Esecutivo statale – che consente al Governo regionale di razionalizzare la distribuzione del personale sul territorio, e senza limitazioni chilometriche, nella possibilità di trasferimento tra uffici regionali.
Ebbene, nonostante la richiamata previsione normativa il Governo Crocetta nulla ha fatto per meglio utilizzare le risorse umane della Regione, perpetuando distorsioni che si era inteso cancellare ed ingenerando costi impropri e disfunzioni in danno di cittadini ed imprese. In relazione a tali ingiustificabili e reiterate omissioni si richiede alle Autorità in indirizzo il tempestivo intervento sostitutivo sul Governo regionale inadempiente mediante attività ispettiva ed accertando, altresì, se sussistono i presupposti di cui all’art. 8, quinto comma, dello Statuto regionale siciliano, nonché la trasmissione degli atti relativi alla competente Procura regionale della Corte dei conti laddove si appurino pregiudizi all’erario”.