La mano tesa di Grillo e Casaleggio verso Renzi ha subito messo in moto una serie di meccanismi: se si parla di riforme, il premier non può far altro che accelerare i tempi. E quella elettorale è al centro di numerose discussioni: da un lato l’Italicum, appoggiato da Forza Italia, Nuovocentrodestra e Scelta Civica e già approvato alla Camera. Dall’altro la possibilità di costruire un ponte verso il Movimento 5 Stelle.
Renzi dunque si è deciso a salire al Colle dove ha discusso a lungo con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: sul tavolo le riforme costituzionali, i poteri a Raffaele Cantone in vista Expo e la riforma della pubblica amministrazione. Ovviamente i due hanno parlato della sfida lanciata dal Grillo e Casaleggio sul blog: Renzi già ha risposto, dicendo che è pronto a discutere purché l’incontro si faccia in streaming.
Il premier ha anche ricordato sardonico: “Fa un po’ ridere che fino a tre-quattro settimane fa sembrava che le riforme volessimo farle soltanto noi”. Grillo però ha detto di voler fare sul serio e intanto alla Sala Nassirya di Danilo Toninelli, il vice presidente della Commissioni affari costituzionali, ha esposto la legge elettorale proposta dal Movimento 5 Stelle.
Grillo l’ha definito il “Democratellum”: si tratta di un sistema proporzione “in circoscrizioni di dimensioni intermedie che, pur essendo sensibilmente selettivo, grazie alla formula del divisore corretta, consente l’accesso al Parlamento anche alle forze politiche piccole”. Insomma il sistema “non è un proporzionale puro” e consente a “una forza politica che ottenga attonto al 40% dei consensi di avere oltre il 50% dei seggi”.
“Questo sistema ha come cardine un sistema di preferenze innovativo”, ha spiegato Toninelli “Ci sono quattro principi fondamentali: la rappresentatività, il legame tra eletto ed elettore, la governabilità, eliminazione voto di scambio”.