Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al disegno di legge per la riforma della Pubblica Amministrazione. L’annuncio è del presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha spiegato i punti salienti del testo nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi. Confermate le nomine dell’Autorità anticorruzione: nelle mani di Raffaele Cantone ci sarà la trasparenza sui pubblici appalti.
“Sono 44 punti, è un Ddl delega buono”, spiega Renzi “Il grosso delle misure sulla Pubblica amministrazione sta qui perché non si rimettono a posto le Prefetture con un decreto”. La novità più grossa però è il “ricambio generazionale”. Renzi annuncia: “Ci sono norme sul ricambio generazionale che permettono di creare 15 mila posti di lavoro con la modifica dell’istituto del trattenimento in servizio”.
Il consiglio dei Ministri ha proceduto anche alle nomine necessarie per l’Agenzia dei beni confiscati, l’Enit, l’Anac, l’Istat, l’Agenzia del Demanio e la Consob. Nomina rosa per l’Agenzia delle entrate, con Rossella Orlandi.
Raffaele Cantone è stato “nominato Commissario straordinario dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici”: questa la posizione prevista dalla bozza del decreto di riforma della Pubblica amministrazione per il presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone.
“Diamo poteri veri all’agenzia per l’anticorruzione”, dice entusiasta il premier “Questa è una gigantesca occasione di cambiamento per l’Italia”. Nella bozza sono previste alcune “risorse umane, finanziarie e strumentali, necessario per lo svolgimento delle funzioni” dell’Autorità guidata da Cantone. Nel provvedimento sono previste una serie di misure che incideranno soprattutto sulla gestione degli appalti. A partire dal sistema delle sanzioni.
Norme “positive” e “coraggiose” grazie alle quali l’Italia potrà “evitare figuracce” sull’Expo: Raffaele Cantone commenta positivamente il decreto. Apprezza la norma che “introduce un meccanismo che pur non prevedendo la revoca degli appalti, ne prevede il commissariamento”, ma avverte: “I superpoteri non impediscono la corruzione, ma dobbiamo provare a invertire un trend”.
Ma il premier ha parlato anche del caso che tiene banco in casa Pd, quello che coinvolge Corradino Mineo e altri 13 parlamentari autosospesi. “I cittadini ci hanno chiesto di cambiare l’Italia. Vanno bene le mediazioni ma non mi rassegno all’idea che vinca la palude”, ha chiarito Renzi “Non ho preso il 40% per per stare a vivacchiare. Mentre qualcuno passa la giornata a vedere cosa fa un senatore noi stiamo rivoluzionando l’Italia. Se alcuni senatori vogliono esprimersi secondo coscienza facciano pure, ma se vogliono esercitare un potere di blocco, allora in perfetta coerenza con i regolamenti i gruppi procedono alle sostituzioni”.
Il premier comunque specifica che non ha “avuto tempo” di occuparsi “di questione interne al Pd”. L’appuntamento per scoprire cosa verrà fuori dal caso Mineo è “domani in assemblea. Le sostituzioni di singoli parlamentari dalle commissione dove la maggioranza ha un solo voto di scarto non è un esercizio di potere dittatoriale”.