L’operazione Mare Nostrum continua: le risoluzioni della Lega e di Forza Italia che ne chiedevano lo stop immediato sono state bocciate dal Senato, che invece ha dato il via libera, con il parere favorevole del governo, alla mozione di maggioranza e alle mozioni di M5S e Sel.
La mozione presentata dal Movimento 5 Stelle chiedeva una “più decisa cooperazione dell’insieme degli Stati membri per affrontare l’emergenza umanitaria nel Mediterraneo attraverso finanziamenti adeguati alle operazioni di soccorso e di accoglienza stessa dei profughi e dei rifugiati nonché al contrasto del traffico di esseri umani”. Inoltre proponeva l’unificazione dell’Agenzia Frontex e dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo in un unico organismo con sede a Lampedusa.
Anche il governo si è visto approvato la sua parte e già nella mattina aveva espresso la decisione nel seguire questa strada, con il sottosegretario Graziano Delrio che era intervenuto a Palazzo Madama: “Andiamo fieri dell’operazione Mare Nostrum che ha premesso di soccorre 39mila migranti”.
Delrio aveva sottolineato che il Governo è “fortemente contrario” alle mozioni che chiedono la sospensione dell’operazione ed aveva ricordato che “l’80% dei migrati che arrivano in Italia hanno la caratteristiche per essere rifugiati”. Niente da fare per Lega e Forza Italia, che adesso criticano: “Mare nostrum è una operazione demenziale”, è stato l’attacco del leader del Carroccio Matteo Salvini.
Secondo il ministro dell’Interno Angelino Alfano c’è “necessità di una exit strategy da Mare Nostrum, che preveda tempi e scadenze certi, in un’auspicabile collaborazione con l’Unione Europea”. Il leader di Ncd ha avuto un “lungo” colloquio telefonico con il Commissario europeo uscente agli Affari Interni, Cecilia Malmstrom.
Sul fronte accoglienza, oggi era previsto l’ok della Conferenza Unificata al Piano messo a punto col Viminale, che prevedeva di attivare 3 grandi centri di prima accoglienza in Sicilia, Calabria e Puglia, 10 ‘hub’ regionali dove trasferire chi fa richiesta di asilo ed il potenziamento dei posti posti Sprar (Sistema accoglienza richiedenti asilo) distribuiti equamente sul territorio nazionale. Il costo del piano è di circa 15 milioni di euro.
Ma nel corso delle riunione di oggi c’è stata una fumata nera. Ci sono tre ministeri coinvolti, Interno, Esteri e Difesa, il nodo delle risorse da sciogliere, posizioni diverse da conciliare. All’inizio della prossima settimana dovrebbe così esserci un incontro a Palazzo Chigi e giovedì l’esame del testo in Conferenza Unificata.