Migliaia di abitanti stanno lasciando Mosul da questa notte sotto il controllo di militanti armati in lotta contro le autorità locali e il governo centrale dell’Iraq. La caduta di Mosul è stata confermata dal primo ministro dell’Iraq, Nuri al Maliki. Il capo del governo ha chiesto al parlamento di autorizzare la proclamazione di uno stato di emergenza in vista di una controffensiva dell’esercito.
“Gli sfollati sono più di mezzo milione e a Mosul gli scontri continuano, rendendo inaccessibili tutti e quattro gli ospedali della città”: riferisce all’agenzia di stampa internazionale MISNA Mandie Alexander, responsabile dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) in Iraq.
“Gli abitanti – sottolinea Alexander – fuggono dai quartieri a ovest del Tigri verso le aree orientali, in direzione sud verso la provincia di Salahaddin e verso il Kurdistan, regione autonoma dell’estremo nord distante otto ore di cammino”.
Mosul è il capoluogo della provincia di Ninive e la principale città del nord a maggioranza curda dell’Iraq. La città è sotto il controllo di militanti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante, un gruppo sunnita che controlla già diversi centri nell’ovest e nel nord del paese e che combatte anche in Siria, dove è responsabile, per esempio, del sequestro di Padre Dall’Oglio.
I miliziani qaedisti dell’Isis controllano la provincia di Baiji, ricca di pozzi petroliferi tra Baghdad e Mosul.