Lui diventa una lei, i coniugi vogliono rimanere una coppia sposata, ma il matrimonio è automaticamente annullato con una sorta di divorzio imposto ex lege.
È il caso che dall’Emilia approda domani alla Corte Costituzionale, chiamata a decidere se sia legittima la cessazione degli effetti civili delle nozze, nel caso in cui uno dei due componenti cambi sesso.
Ad inviare gli atti è stata la Cassazione, dopo che nei primi due gradi i protagonisti hanno visto respinte le istanze. Secondo la Cassazione, con l’automatico annullamento del matrimonio da parte dell’ufficiale di stato civile a seguito della sentenza che ha certificato il cambio di sesso “viene violato il diritto di autodeterminazione nelle scelte sull’identità personale; si determina una cancellazione imperativa di una relazione affettiva stabile e continuativa dotata di rilievo costituzionale”. Inoltre “si sopprime la volontà individuale di esercitare il diritto personalissimo allo scioglimento del matrimonio; si viola il diritto alla vita familiare coniugale; si limita in maniera sostanziale il diritto all’identità di genere e si lede il diritto dell’altro coniuge di scegliere se continuare la relazione coniugale”. Un quadro che per la Cassazione contrasta con gli articoli 2, 3, 10, 24, 29 e 117 della Costituzione.
Se la Consulta dovesse accogliere le ragioni della coppia, ci sarebbe una fortissima spinta al riconoscimento sul piano giuridico delle unioni omosessuali.