L’utilizzo “di qualità” dei Fondi europei, una burocrazia meno opprimente, una squadra di rappresentanti istituzionali che aiuti e vigili sul percorso da intraprendere e tre grandi settori su cui puntare: mentre la Sicilia prova a utilizzare lo strumento degli Iti, il presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante spiega le ragioni degli industriali e ancora una volta prova a scuotere il governo regionale. L’Area politiche territoriali, innovazione, education di Confindustria ha elaborato un “Check up territorio – Dossier Sicilia”, nell’ottica di studiare i dati dell’industria siciliana per poter applicare quella che Montante definisce una “terapia d’urto”.
Le richieste di Confindustria in realtà sono un appello: “Bisogna spendere in fretta e in qualità di Fondi strutturali della Sicilia”, ha dichiarate Montante al convengo sulla “Attrattività e competitività dei territori, Check up Sicilia”, a cui hanno partecipato tra gli altri l’Assessore regionale delle Attività Produttive Linda Vancheri, il vice Presidente per l’internazionalizzazione di Confindustria Sicilia Nino Salerno, il direttore Area politiche territoriali, innovazione, education Andrea Barati. A moderare l’incontro, il giornalista del Sole 24 ore Nino Amadore. Presente anche il ministero dello Sviluppo Economico, con il sottosegretario Simona Vicari (Ncd).
“Abbiamo individuato un orientamento per lavorare: una squadra di rappresentanti istituzionali, che comprenda esponenti del Mise, di Confindustria e dei sindacati, che aiuti e vigili le industrie nel percorso da prendere”, ha detto Montante: “Gli strumenti li ha la politica. Il nostro non è assolutamente un ultimatum al governo regionale ma un modo per dire di fare presto”. Il tutto nella salvaguardia degli imprenditori virtuosi: “Io immagino uno sportello unico senza burocrazia che sia uno sportello culturale: bisogna accogliere gli imprenditori onesti”. Poi, facendo eco al presidente Squinzi, ha ricordato: “Chi corrompe fa concorrenza sleale”.
Le aree su cui puntare secondo Montante sono tre: il turismo, l’agroalimentare e la ricerca e lo sviluppo di energie alternative. Per il numero uno degli industriali siciliani, l’azienda turismo deve puntare sulla “messa a reddito dell’enorme patrimonio culturale di cui l’Isola dispone”. Un appello che arriva nel giorno in cui l’assessore regionale al Turismo Stancheris annuncia l’annullamento della stagione estiva degli spettacoli.
I dati presentati Andrea Bairati però sono tutti negativi, eccezion fatta per l’export che traina l’economia siciliana, facendo registrare le performance migliori del Mezzogiorno e posizionando l’isola al terzo posto in Italia. “Le aziende non sono rimaste con le mani in mano e si sono attivate per cercare nuovi mercati. A far registrare i numeri migliori dell’export sono il comprato dell’elettronica, del farmaceutico, dei prodotti chimici e dell’agroalimentare”. Montante punta sulle potenzialità “immense” della Sicilia: è il manifatturiero ad aver fatto entrare la Sicilia nella top ten italiana con 23 mila imprese attive. Negativo invece il dato sulla densità imprenditoriale: la Sicilia si colloca in ultima posizione, con circa 86 imprese ogni mille abitanti.
“La sofferenza delle imprese in Sicilia è forte. Bisogna semplificare la vita burocratica delle imprese”, ha detto il sottosegretario al Mise, Simona Vicari “Oggi c’è una rinnovata sensibilità e collaborazione istituzionale per ragionare e lavorare insieme. Mi auspico – ha continuato la Vicari – che il governo regionale guardi a quello che succede a Roma e ne faccia tesoro”.