Gli investimenti esteri nel Belpaese crollano. Dal 2007 al 2013 sono crollati in modo drammatico gli investimenti stranieri in Italia. A sostenerlo in Censis nel suo 6° numero di “Diario della transazione”, Nel report i numeri parlano chiaro: gli investimenti esteri in Italia sono stati uguali a 12,4 miliardi di euro nel 2013. “I momenti peggiori – si legge sempre nel report – sono stati il 2008, l’anno della fuga dei capitali, e il 2012, l’anno della crisi del debito pubblico – e sottolinea il Censis – che potrebbero rilanciare la crescita e favorire l’occupazione”.
“La crisi – spiega il Censis – ha colpito tutti i Paesi a economia avanzata, ma l’Italia si distingue per la perdita di attrattività verso i capitali stranieri. Nonostante sia ancora oggi la seconda potenza manifatturiera d’Europa e la quinta nel mondo, il nostro Paese detiene solo l’1,6% dello stock mondiale di investimenti esteri, contro il 2,8% della Spagna, il 3,1% della Germania, il 4,8% della Francia, il 5,8% del Regno Unito”.
Su questo distacco i motivi sembrano essere legati profondamente alla reputazione che: “è un fattore decisivo per favorire la competitività di un Paese. Ma l’Italia ha un deficit reputazionale accumulato negli anni a causa di corruzione diffusa, scandali politici, pervasività della criminalità organizzata, lentezza della giustizia civile, farraginosità di leggi e regolamenti, inefficienza della pubblica amministrazione, infrastrutture carenti”.
Si legge ancora nel report: “L’Italia occupa il 65° posto nella graduatoria mondiale dei fattori determinanti la capacità attrattiva di capitali per un Paese, considerando le procedure, i tempi e i costi necessari per avviare un’impresa, ottenere permessi edilizi, allacciare un’utenza elettrica business o risolvere una controversia giudiziaria su un contratto. Siamo ben lontani dalle prime posizioni di Singapore, Hong Kong e Stati Uniti, ma anche da Regno Unito e Germania, posizionati rispettivamente al 10° e al 21° posto. In tutta l’Europa solo Grecia, Romania e Repubblica Ceca presentano condizioni per fare impresa più sfavorevoli delle nostre. Per ottenere tutti i permessi, le licenze e le concessioni di costruzione, in Italia occorrono mediamente 233 giorni, 97 in Germania. Per allacciarsi alla rete elettrica servono 124 giorni in Italia, 17 in Germania. Per risolvere una disputa relativa a un contratto commerciale il sistema giudiziario italiano impiega in media 1.185 giorni, quello tedesco 394”.
Ma non tutto sembra essere perduto. Infatti secondo il Censis l’Italia ha ancora dei punti a suo favore. Con la quota del 2,7 per cento dell’export mondiale l’Italia si piazza all’undicesimo posto tra gli esportatori mondiali. Ma non solo. L’Italia infatti è ancora la quinta destinazione turistica al mondo con oltre 77 milioni di stranieri in visita ogni anno. Le imprese italialine localizzate oltre i confini sono cirda ventimila , mentre gli italiani residenti all’estero sono 4,3 milioni.