Il divario tra Nord e Sud continua ad ampliarsi ma la crisi economica, che attanaglia il Paese da ormai almeno cinque anni, non risparmia nessuno. Nel 2013 il Pil è calato dell’1,9% e già a marzo l’Istat aveva diffuso il dato. Ma oggi arrivano le stime su base territoriale e spicca il dato per il Mezzogiorno: -4%, un calo doppio rispetto al ribasso medio nazionale, con risultati negativi sia per l’industria, sia per i servizi.
Al Sud, infatti, si sono registrate, secondo l’istituto di statistica, cadute del valore aggiunto rispettivamente dell’8,3% nell’industria e del 3,1% nei servizi. L’agricoltura ha segnato un calo moderato, pari allo 0,3%. “Una dinamica piuttosto diversificata a livello territoriale”, spiega il rapporto dell’Istat.
Nel Nord-ovest le forti diminuzioni del valore aggiunto registrate nel settore primario (-3,1%) e nell’industria (-3,3%) sono state in buona parte controbilanciate dall’aumento dell’1,1% nei servizi. Nel Nord-est la contrazione dell’attività economica è più accentuata nell’industria (-3,4%), meno marcata in quello terziario (-0,4%). L’agricoltura, in controtendenza, ha registrato un aumento del valore aggiunto del 4,7%. Nel Centro la diminuzione del valore aggiunto ha avuto intensita’ simili nei tre settori: -1,2% nel settore primario, -1,4% nell’industria e -1,5% nel terziario.