Mentre il governo cerca di rimettere insieme i pezzi dell’Expo di Milano e dare poteri all’autorità Anticorruzione arriva un’altra batosta per l’Italia: lo scandalo Mose, il sistema di dighe mobili per la salvaguardia di Venezia. Sembra che non esista Grande Evento che sia immune al fenomeno della corruzione.
“Un politico indagato per corruzione fosse per me lo indagherei per alto tradimento – ha dichiarato Renzi -. Il problema della corruzione non sono le regole che non ci sono ma quelle che non si rispettano”. Durante una conferenza stampa a Bruxelles, dove è impegnato per i lavori del G7, il premier ha aggiunto: “Il problema sono i ladri, non le regole: la gente che ruba va mandata a casa”.
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Un boccone amaro per il premier Renzi che ha ricevuto la notizia mentre era a colloquio con Raffaele Cantone, il magistrato alla guida dell’Autorità anticorruzione (Anac). Chi si trovava vicino al premier riferisce il suo sfogo: “Dietro a ogni grande opera spuntano politici corrotti. Basta, è ora di varare una nuova normativa sugli appalti, di reintrodurre il falso in bilancio”, tuona il presidente del Consiglio.
Oltre a rendere operativa la legge Severino per dare attuazione ai poteri di Cantone, il governo sta pensando a un nuovo ddl anticorruzione da portare in Senato forse già venerdì. Un provvedimento che vuole essere un segnale forte: l’Italia sta cambiando rotta. E in un’intervista al Messaggero lo stesso Cantone parla dell’attuale legge sugli appalti che va ripensata perché “non funziona”. Per il magistrato sono necessarie una maggiore trasparenza e meno deroghe per evitare di “alimentare meccanismi corruttivi” che si “annidano dietro i grandi eventi”.
“Quello che sta emergendo in questa vicenda è un sistema molto inquietante, ancora più di quello già grave venuto alla luce per Expo”. Ha detto Raffaele Cantone, che ha aggiunto: “È innegabile che il sistema degli appalti deve essere ripensato” ma cambiare le regole non basta, occorre “discontinuità politica e culturale”. Domani inizieranno gli interrogatori di garanzia per i 35 arrestati.
“Quello che sta emergendo in questa vicenda, che ovviamente deve essere vagliata dalla magistratura, è un sistema molto inquietante, ancora più di quello già grave venuto alla luce per Expo”. Ha poi detto Cantone ai microfoni di ‘Prima di tutto’, su Radio 1. Per Cantone “è innegabile che il sistema degli appalti deve essere ripensato” ma cambiare le regole non basta, occorre “discontinuità politica e culturale”.
Il nuovo fronte di inchiesta sugli appalti al Nord si apre con i 35 arresti e un centinaio di indagati coinvolti nella presunta tangentopoli veneta. Tra questi nomi eccellenti come il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni e l’assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso e il senatore forzista Giancarlo Galan.
Le accuse vanno dalla corruzione alla concussione al riciclaggio. L’indagine era partita tre anni fa: l’anno scorso era stato arresto Piergiorgio Baita, importante dirigente della Mantovani, la società padovana delle costruzioni. Poi in manette era finito Giovanni Mazzacurati, l’ingegnere a capo del Mose.
E Gian Antonio Stella sul Corriere mette nero su bianco tempi e costi per la realizzazione del Mose. Trentuno anni e spese quadruplicate per un’opera che doveva essere realizzata in tempi rapidi per fronteggiare l’emergenza acqua alta a Venezia.
Doveva costare un miliardo e trecento milioni di euro, ma nel corso degli anni i costi hanno oltrepassato i cinque miliardi “tutti soldi pubblici” e “non è detto che ne basteranno sei”, conclude Stella.
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bastaaaaaaaaaaaaaaa....sono sazio e stanco di sentire queste notizie di corruzione e malaffare...chiediamo aiuto al signore
e pentiamoci dei nostri peccati....si salvi chi puo'...