C’è anche la storia di un imprenditore edile che ha denunciato il racket e si è poi suicidato nelle vicende scoperte dai carabinieri che hanno fermato, la scorsa notte, 31 tra boss e gregari della cosca di Bagheria.
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La tragica storia di Giuseppe Sciortino, il costruttore che si è impiccato a Bagheria a marzo scorso, è stata raccontata durante la conferenza stampa dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci. “Sciortino – ha detto – ha coraggiosamente denunciato i suoi estortori che lo avevano portato alla rovina economica. Poi, sommerso dai debiti, si è suicidato”.
Almeno una ventina di vittime hanno denunciato di avere subito estorsioni: “Un aspetto molto promettente”, ha commentato il procuratore di Palermo, Francesco Messineo, mentre un appello a commercianti e imprenditori a rivolgersi alle forze dell’ordine e ad avere fiducia nelle istituzioni è stato lanciato dal colonnello Pierangelo Iannotti, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo.
“Ci sono le condizioni per sgretolare il muro di omertà e voltare pagina. Rilanciamo l’appello a collaborare a tutti gli imprenditori e gli esercenti che vivono ancora adesso stretti dalle maglie del racket”. Addiopizzo commenta così l’inchiesta che ha portato stamane al fermo di 31 tra boss e gregari della cosca mafiosa di Bagheria. “È il momento giusto per decidere di non sottomettersi e non pagare, prima che si formi una nuova rete di estorsori ed è quindi il momento”, aggiunge.
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