Smantellato il clan mafioso di Bagheria nel Palermitano. Trentuno persone sono state arrestate nel corso di una complessa operazione antimafia, Operazione Reset, condotta dalle prime luci dell’alba, da 500 carabinieri del Comando provinciale di Palermo.
Completamente disarticolato il mandamento di Bagheria, storica roccaforte di cosa nostra. Insieme ai reggenti dell’ultimo decennio del mandamento e delle famiglie mafiose di Bagheria, Villabate, Ficarazzi e Altavilla Milicia, sono stati tratti in arresto pericolosi “uomini d’onore” della consorteria.
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I provvedimenti sono stati eseguiti, al termine di una complessa attività d’indagine coordinata dalla locale Dda, nei confronti di capi e gregari del mandamento mafioso di Bagheria, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, sequestro di persona, estorsione, rapina, detenzione illecita di armi da fuoco e danneggiamento a seguito di incendio.
Sono state le dichiarazioni dei due nuovi pentiti, il killer Sergio Flamia e il geometra Enzo Gennato, a svelare il nuovo sistema di potere nel mandamento di Bagheria, dopo gli arresti dello scorso anno. Con loro, un contributo determinante lo hanno dato i 44 imprenditori e commercianti che si sono ribellati al racket delle estorsioni. “Contributo decisivo”, ha detto Pierangelo Iannotti comandante provinciale dei carabinieri di Palermo.
Le investigazioni, in particolare, grazie anche alla collaborazione di alcuni pentiti, hanno consentito sia di documentare l’esistenza di un “Direttorio”, un organo decisionale provinciale, sia di accertare l’esistenza all’interno della consorteria di un vertice strategico, in gergo “la testa dell’acqua”, al quale doveva obbedienza anche il reggente operativo del mandamento.
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Sono stati inoltre identificati gli esecutori materiali dell’omicidio di Antonino Canu, ucciso a Caccamo il 27 gennaio 2006, e del tentato omicidio di Nicasio Salerno, sempre a Caccamo il 23 agosto 2005.
Sono state anche ricostruite 44 estorsioni, quattro danneggiamenti, una rapina e una tentata rapina. Quattro i progetti di rapina sventati grazie all’intervento “preventivo” dei carabinieri.
C’è anche la storia di un imprenditore edile che ha denunciato il racket e si è poi suicidato nelle vicende scoperte dai carabinieri nell’ambito dell’operazione Reset.