Pazienza se la trasmissione sul canale tematico di Sky sia ancora indietro con la programmazione, certo è che l’ultima polemica in corso nel dibattito nazionale, nata dalle parole temerarie del ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan su una futuribile ipotesi di innalzamento dell’età pensionabile, ricorda da vicino la serie tv cult del momento, House of Cards, con un potentissimo e mefistofelico, Kevin Spacey nei panni prima del capo della maggioranza democratica americana al Congresso e dopo in altri ruoli istituzionali che… non sveleremo qui.
C’è una puntata però, in cui Spacey-Underwood (sotto bosco, guarda caso, la traduzione letterale) per impedire il rischio di shutdown negli States (il blocco delle attività amministrative del governo americano, rischio effettivamente corso anche dall’amministrazione Obama) intavola una trattativa in stile Underwood con l’opposizione dei repubblicani ottenendo proprio l’innalzamento dell’età pensionabile a 68 anni e 64 in caso di pensionamento anticipato. Tutto per salvare i conti dello Stato e liberare risorse fresche da immettere nel mercato dell’economia.
Discutibile ipotesi ma scenograficamente vincente com’è tutta la serie tv. Ad House of Cards, quindi, sembra essere ispirato quest’ultimo febbrile dibattito che ha opposto, nelle ultime ore, il presidente della commissione lavoro alla Camera, l’ex ministro Cesare Damiano e l’attuale inquilino del ministero di via XX Settembre. Damiano senza mezzi termini boccia il ragionamento di Padoan e ricorda come la già sciagurata riforma Fornero abbia portato a 67 anni l’età pensionabile con le pesanti refluenze del caos esodati.
Un forzatura, forse, il parallelo sulle polemiche sosterrà qualcuno. Certo è che ad House of Cards si ispira anche il rottamatore Renzi che nell’ultima direzione nazionale del Pd ha ammesso: “Le primarie hanno lanciato persone alla primissima esperienza: un fatto positivo, ma anche un rischio molto forte. Serve una campagna di formazione politica”. Parole con cui il capo dell’esecutivo e segretario nazionale del Pd ha rilanciato l’idea della scuola di formazione politica delle Frattocchie, nata nel 1944 e che ha formato il fior fiore dei dirigenti del Partito comunista italiano.
In chiave moderna, of course. Per cui Renzi propone un evento estivo, a Ventotene probabilmente, con la visione delle principali fiction americane (e non solo ovviamente). Insieme ad House of Cards potrebbero diventare oggetto di studio anche Scandal, West Wing, Homeland. Tutte serie che parlano di politica, di intrighi, di complotti fino a… Fino a omicidi. Più di uno.
Ecco svelata la trama e il rischio: sicuro che House of Cards in cui Kevin-Frank Underwood non è proprio un esempio di politico-sano, sia il modello positivo cui ispirarsi? Il cinismo, sviluppato a qualsiasi machiavellica condizione pur di ottenere il risultato finale (risultato con la ERRE maiuscola) porterà Underowood a commettere le peggiori nefandezze. Allora un avvertimento alla politica Dem veltronianamente ispirata al cinema americano, ci sentiamo di darlo: attenti governatori o amministratori che accettate il sostegno di Matteo Underwood Renzi, potrebbe finirvi male. Molto male. E attente pure giornaliste che cercate sponda nelle confessioni del premier italiano. Anche voi potreste finire male. Definitivamente male.
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