Verifiche della Asl grossetana sulle offese che un medico dell’ospedale di Orbetello avrebbe twittato a Martina Col, sorella di Valentina, la 17enne morta ad agosto in ospedale. Sul decesso la procura ha chiesto l’archiviazione nei confronti di 10 medici, decisione che Martina ha criticato via twitter, ricevendo risposte offensive dall’account del medico. L’Asl si dice addolorata e sconcertata anche se, in attesa delle verifiche, “dobbiamo mantenere la riserva sull’autenticità dei tweet”.
“Valentina è morta. Amen”. “Che capisci? Scemetta piena di pregiudizi”. La Valentina a cui si fa riferimento è Valentina Col la diciassettenne morta il 25 agosto scorso in un ospedale del Grossetano dopo una caduta in spiaggia avvenuta giorni prima. Queste frasi sono state indirizzate alla sorella della ragazza e sono di Giovanni Pasetti, un anestesista dell’ospedale che difende i suoi colleghi.
Questi insulti nei confronti della sorella di Valentina sono stati pubblicati dopo un post della sorella di Valentina, il 25 maggio. La ragazza fa riferimento alla richiesta di archiviazione per i dieci medici indagati e parla di “ingiustizia”. Su Twitter invece la ragazza pubblica anche un’intervista in cui i suoi genitori chiedono di conoscere “la verità” su come sia morta la figlia. Ed è stato proprio a quel punto che l’anestesista ha accusato la sorella di Valentina: “Ma quanto è potente la tua famiglia? Non vedo ragione per questo accanimento contro l’ospedale di Orbetello – e ancora – Ma quale ingiustizia? Si potrebbe ripetere 20 volte il percorso. VALENTINA MUORE SEMPRE”.
Adesso la famiglia è in attesa della decisione del gip. La speranza si fa forte anche del risultato di un’indagine degli ispettori del ministero della Salute che ha dicembre ha dato un responso opposto rispetto a quello della procura. Secondo gli esperti, infatti, quella di Valentina Col è stata “una morte evitabile quindi prevedibile”, causata da una serie di imperdonabili “superficialità” commesse dai medici di Orbetello. Il reparto, nella relazione dinale della Commissione, è stato accusato di non avere rispettato il protocollo standard, in modo particolare non sarebbe “stata compilata la prescritta scheda di valutazione del rischio tromboembolico, così come stabilito dalle procedure della Regione Toscana. Se quella scheda fosse stata compilata, a Valentina sarebbe stata somministrata l’apposita profilassi tromboembolica”.