È pronto per delineare la nuova “road map” del governo Matteo Renzi che in un’intervista rilasciata al quotidiano “La Repubblica” si dice consapevole che “i voti non sono per sempre“.
Subito, occhi puntati su Expo. L’esecutivo farà subito il decreto “per dare i poteri a Raffaele Cantone“, per vigilare sulla trasparenza degli appalti e saranno ampliate “le competenze dell’anticorruzione”. A Palazzo Chigi si sta già discutendo su cui chiamare per affiancare Cantone: si stanno vagliando quattro ipotesi ma ancora non trapela niente. Quello che è certo è che il team dovrà controllare l’intricato sistema di appalti e imporre regole stringenti di trasparenza.
Ma al primo posto nella classifica di Renzi ci sono sempre le riforme. Il premier è convinto di aver fatto il pieno di voti grazie all’accelerazione su legge elettorale e abolizione del Senato. “Prima dell’estate non è uno slogan. Per approvare davvero quelle leggi – avrebbe detto ai suoi il premier – sono pronto ad accettare modifiche. Sia sul Senato sia sull’Italicum. Ne discutiamo ma poi si vota. Anche perché sono sicuro che Berlusconi non si tirerà indietro“.
Sul tavolo delle riforme trovano posto anche quella della Pubblica amministrazione: secondo il programma del premier entro il 13 giugno dovrà essere approvata dal Cdm. Al momento i tecnici sono al lavoro sulle oltre 34 mila mail di “suggerimenti” di cittadini e dipendenti pubblici arrivate a Palazzo Chigi.
Si lavora anche sul Jobs Act, la revisione completa e strutturale del mercato del lavoro, da affiancare al decreto Poletti. E infine l’ambizioso governo Renzi vuole mettere mano anche al tema che più di ogni altro in questi ultimi 20 anni ha diviso il Paese: la riforma della Giustizia, su cui è già al lavoro il Guardasigilli, Andrea Orlando.
La sfida con l’Europa invece si capirà meglio il 2 luglio: “È il giorno in cui presenteremo all’Europarlamento le linee guida del nostro semestre di presidenza europeo. Sarà più chiaro quali sono i nostri obiettivi”.