A pochi giorni dal termine della due giorni elettorale è arrivato il momento della resa dei conti in casa Cinque Stelle. Il Movimento ha analizzato le cause che hanno portato alla sconfitta, comunque relativa, cercando di capire quali contromisure adottare in vista del futuro.
In particolare gli attivisti si sono soffermati sull’efficacia di alcuni slogan adottati in campagna elettorale, come ad esempio il “vinciamo noi” e hanno commentato la decisione di cercare un interlocutore a livello europeo in Nigel Farage e nell’Ukip britannico, il Partito per l’indipendenza del Regno Unito.
Gli attivisti, con i parlamentari in prima linea, chiedono che il Movimento provi ad arrivare maggiormente a quella parte di italiani che non si informa necessariamente tramite il web. Quindi comunicazione a 360 gradi, a partire dalla televisione e dal ritorno allo streaming che negli ultimi tempi era stato un po’ messo da parte. E poi comunicazione nelle piazze, nelle università, in quei luoghi dove esistono problemi concreti. Con l’obiettivo di “prendersi le piazze mediatiche degli altri”.
Il gruppo che si occupa della comunicazione all’interno del Movimento ha distribuito un documento di analisi interno a tutti i parlamentari nel quale spiega come si potrebbe adeguare il messaggio a seconda del mezzo di comunicazione e soprattutto su quali argomenti bisogna puntare: “Il Movimento – si legge – deve parlare di temi pratici e concreti”.
Anche la percezione che si ha del Movimento deve cambiare. In questi anni forse è stata un po’ troppo legata all’immagine di Beppe Grillo e un po’ meno a quella dei parlamentari. E anche in Parlamento non sempre gli esponenti del Movimento Cinque Stelle sono stati visti di buon occhio perché percepiti come “saccenti, poco concreti e poco umili”.
Inoltre alla denuncia, da adesso, deve essere affiancata la soluzione. Ovvero, senza soluzioni e proposte concrete non si possono fare denunce. Proprio per questo si è pensato di creare una squadra di “governo” che possa rendere concrete queste idee.
Per quanto riguarda le future alleanze in chiave europea sotto la lente d’ingrandimento non è stato accettato l’avvicinamento all’Ukip di Nigel Farage. Ritenuta una decisione unilaterale di Grillo e Casaleggio, viene vista come un’alleanza “pericolosa” in vista di un futuro posizionamento europeo del Movimento. Che a cascata potrebbe portare ripercussioni anche a livello nazionale se, come paventa con una punta di preoccupazione la deputata Giulia Sarti in un’intervista a La Stampa, “Il Movimento dovrebbe ritrovarsi a prendere indicazioni dell’Ukip. Una situazione del genere difficilmente verrebbe accettata”.